Giovedì 21 Novembre 2024

"Indagini serrate e obiettive". Il mondo animalista sgomento per la morte dell'Orso

Enpa e Lav chiedono che sia accertata con sicurezza la causa del decesso e che vengano riesaminate le procedure di sedazione degli animali. Interrogazione di Michele Anzaldi

Orso marsicano

Orso marsicano

Roma, 20 aprile 2018  - Molte le reazioni alla morte dell'orso marsicano durante un tentativo di cattura. Nel mondo animalista si mette in discussione la procedura che, come già accaduto in Trentino, non sembra sicura come si vorrebbe.

ENPA. «Siamo sconvolti dalla catena di eventi che ha portato alla morte del giovane orso marsicano, deceduto nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise durante un tentativo di cattura. Restiamo in attesa del referto necroscopico per capire cosa abbia causato la morte dell'animale. All'Ente Parco e a tutte le autorità coinvolte chiediamo la massima chiarezza e trasparenza su quanto accaduto». Così l'Ente nazionale protezione animali (Enpa). «Naturalmente, ogni eventuale di responsabilità va adeguatamente perseguita - prosegue l'associazione - questa è una gravissima perdita per il patrimonio di biodiversità, non solo del Parco, ma dell'intero Paese. Infatti quella dell'orso marsicano è una popolazione esigua, irripetibile, preziosa. Questo lutto conferma l'esigenza di potenziare tutte le politiche di tutela per la fauna e la biodiversità, che negli ultimi anni sono state duramente colpite da una cattiva politica - conclude - che si volti pagina e che il prossimo ministro dell'Ambiente sia adeguato al compito di grande responsabilità e di grandi aspettative».

LAV. «Chiediamo un rapido accertamento delle responsabilità». Così la Lega antivisezione (Lav) sulla vicenda dell'orso morto. «Quanto accaduto richiama alla memoria l'uccisione dell'orsa trentina Daniza, avvenuta a causa dell'imperizia del veterinario intervenuto per la sua sedazione - dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav animali selvatici - così come accertato nelle indagini». Eppure, prosegue, «il parco d'Abruzzo è stato sempre indicato come un modello virtuoso di gestione del rapporto tra uomini e orsi, a differenza di quanto accade in Trentino, dove l'amministrazione provinciale gestisce la convivenza predisponendo ordinanze urgenti per l'uccisione degli orsi, che talvolta si rivelano vere e proprie condanne a morte». «Chiediamo quindi alla procura di Avezzano ed al parco di fare rapidamente chiarezza sulle cause della morte dell'orso e sulle procedure adottate dal personale intervenuto - viene osservato - anche affidando il corpo dell'animale a un istituto indipendente e di comprovata capacità investigativa quale il Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria, presso l'Istituto zooprofilattico di Grosseto. Se verranno accertate responsabilità nei confronti di coloro che sono intervenuti per la sedazione dell'orso, chiediamo che siano puniti con una pena esemplare. Non è accettabile che l'eventuale imperizia del personale possa in qualche misura intaccare l'immagine di un parco nazionale che nel corso degli anni è sempre stato indicato come un modello di eccellenza». 

ANZALDI. "Verificare la dinamica della morte dell'orso avvenuta nel Parco d'Abruzzo per migliorare l'attuale protocollo cercando di limitare ulteriormente i rischi per gli animali, soprattutto rispetto alle conseguenze dell'anestesia, e rafforzando i dispositivi per la rianimazione". Lo chiede Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico, con un'interrogazione scritta al Ministero dell'Ambiente. "Un orso bruno marsicano- spiega - è morto due giorni fa nel Parco d'Abruzzo durante un'operazione di cattura da parte del personale dell'ente che gestisce la riserva naturale. La cattura rientrava nell'ambito delle attività programmate e autorizzate dal Ministero dell'Ambiente per il controllo degli animali. Dal febbraio scorso è stato predisposto un 'sito di cattura' nel Comune di Lecce nei Marsi che era controllato quotidianamente con videosorveglianza o direttamente dal personale del Parco. Misure, queste, adottate anche a seguito di segnalazioni di incursioni in pollai e vicino alle abitazioni da parte di orsi e, in particolare, di un esemplare già radiocollarato dalle autorità del parco. Dopo la segnalazione dell'orso in trappola, la squadra di cattura si è recata immediatamente sul posto e seguendo il 'Protocollo di cattura meccanica e anestesiologica di orsi bruni marsicani in natura e in cattività' ha effettuato le procedure necessarie ad anestetizzare l'animale e a metterlo in sicurezza. L'orso ha manifestato problemi respiratori e, nonostante le tempestive manovre di rianimazione, è morto nel giro di poco tempo". Anche se si sono avuti casi di decesso nel corso di procedure simili come ad esempio è accaduto all'orsa Daniza in Trentino, "è la prima volta che all'interno del Parco accade una cosa del genere. Tra le ipotesi della morte, c'è anche una dose eccessiva per la sedazione. E' importante fare luce sull'accaduto anche considerato il rischio estinzione degli orsi nel parco", conclude.