Lunedì 23 Dicembre 2024

"Verità e giustizia per gli animali. Pene esemplari per chi non ha vigilato"

Il Comitato Montichiari contro Green Hill organizza un presidio a Brescia per sabato prossimo dopo il sequestro di Ghedi

Mucche in una foto L.Gallitto

Roma, 12 ottobre 2015 - Il 7 ottobre scorso la Procura di Brescia ha chiesto e ottenuto il sequestro del macello  di Ghedi (BS). I reati contestati sono molteplici e tutti gravi: maltrattamento di animali, adulterazione di alimenti, frode nell'esercizio del commercio, falso in atto pubblico e smaltimento illecito di rifiuti. E' quanto riferisce una nota del Comitato Montichiari contro Green Hill relativa ad un sequestro di cui abbiamo trattato, su questa pagina, anche nei giorni scorsi. Il gruppo promuove un'iniziativa di protesta, dopo i fatti di Ghedi,  per sabato 17 ottobre 2015, ore 15.00-17.00, in viale Duca degli Abruzzi, a Brescia, davanti all'ASL. L'obiettivo, riferito dal gruppo, è di chiedere "giustizia e verità su questo scandalo che vede ancora una volta gli animali trattati alla stregua di oggetti e non di soggetti senzienti quali sono".

La nota, peraltro, riferisce particolari agghiaccianti. "A parte il discorso igienico-sanitario della carne infetta che pare venisse tranquillamente certificata e messa in vendita (con evidente pericolo e danno per i consumatori). Per noi è ancor più grave e scandaloso che animali stremati e già in agonia venissero sistematicamente sottoposti a maltrattamenti  crudeli e gratuiti prima di essere macellati, in spregio delle rigorose normative nazionali ed europee che regolamentano il benessere animale e la macellazione", scrive il Comitato Montichiari contro Green Hill. "Dai giornali abbiamo appreso particolari sconcertanti: “bovini agonizzanti trascinati sul pavimento agganciati a delle catene, presi a bastonate per entrare all’interno del macello. Ma addirittura sollevati di peso con i bracci meccanici dei muletti e infilzati in un bagno di sangue”.

"Pretendiamo giustizia e verità - si legge nella nota - per gli animali e che venga fatta piena chiarezza: fatti del genere non dovranno ripetersi mai più né a Ghedi né in nessun altro macello d’Italia. Chiediamo che vi sia maggiore trasparenza e fermezza negli Enti preposti a settori delicati e essenziali come la Sanità. Chiediamo che i vertici eseguano controlli capillari e severi sull’operato dei loro dipendenti. Fortunatamente molti professionisti sono persone integerrime al servizio della collettività e a loro va la nostra stima, ma per quelli che non hanno svolto il proprio lavoro in coscienza e nel rispetto della deontologia professionale, una volta riconosciuti colpevoli dalla magistratura, chiediamo punizioni esemplari".

Il Comitato prosegue: "Per noi che siamo contrari all’uccisione degli animali e promuoviamo una cultura nuova, basata sull’alimentazione vegana e su uno stile di vita cruelty free, è inaccettabile che si chiudano gli occhi e si lascino commettere simili atrocità. Non vogliamo che diventi prassi diffusa nei mattatoi infierire sugli animali cosiddetti “da carne” e chiediamo un segnale forte e chiaro perché una buona parte della società civile non è più disposta a tollerare simili abomini. Vogliamo il rispetto delle Leggi ma ancor più pretendiamo rispetto per gli esseri viventi, di tutte le specie, compresi quelli allevati per essere macellati", conclude il comunicato. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]