Pisa, 5 giugno 2017 - Anche i cavalli sanno riconoscersi allo specchio come gli esseri umani. Lo rivela uno studio pilota del dipartimento di scienze veterinarie dell'Università di Pisa. Tuttavia per avere certezza occorre attendere gli ulteriori accertamenti che sono in corso e che si concluderanno nei prossimi mesi. Riconoscersi allo specchio è una prerogativa dell'uomo e di poche altre specie, come scimmie antropomorfe, elefanti asiatici, delfini e gazze, una capacità che presuppone una coscienza di sé e specifiche competenze cognitive e percettive.
Il comune denominatore di queste specie è un cervello complesso, che spesso corrisponde a un sistema sociale altrettanto complesso. Gli studiosi pisani Paolo Baragli, Elisa Demuru, Chiara Scopa ed Elisabetta Palagi sono partiti da queste premesse per lanciare una nuova sfida scientifica e capire se anche i cavalli sono capaci di riconoscersi allo specchio. I risultati dello studio sono stati pubblicati in un articolo uscito sulla rivista PlosOne e saranno presentati al pubblico in un incontro divulgativo che si svolgerà il 9 giugno alle 16.30 al Museo di Storia Naturale di Calci (Pisa). «Abbiamo selezionato il cavallo - spiega Baragli - non solo in quanto animale sociale capace di riconoscere individualmente gli esseri umani e i propri simili con modalità multisensoriali, ma soprattutto per il ruolo che questa specie ha svolto e svolge in condivisione con l'uomo, in ambito produttivo, ludico-sportivo e terapeutico grazie alla pet therapy».
Per realizzare l'esperimento i ricercatori hanno utilizzato il mark test, una tecnica usata per i primati che consiste nell'applicare una marcatura colorata su un punto del corpo che l'animale può vedere solo con l'aiuto di una superficie riflettente. In questo modo il soggetto, se capace di riconoscersi, attua una serie di comportamenti volti a interagire con il segno, provando ad esempio a grattarlo via.
I risultati hanno rivelato che tre cavalli su quattro interagivano con la marcatura, grattandosi più frequentemente la guancia sinistra quando su essa era presente il segno colorato rispetto a quando la stessa guancia era marcata con il segno trasparente. Inoltre, uno dei tre cavalli ha mostrato un forte interesse anche quando il segno colorato era sulla guancia destra.
«Questi risultati non confermano appieno la capacità di riconoscersi allo specchio nel cavallo - specifica Elisabetta Palagi - tuttavia l'accurata video analisi ha rivelato la presenza di particolari comportamenti che i soggetti mettevano in atto esclusivamente davanti alla superficie riflettente. Ad esempio, subito dopo aver esplorato la loro immagine riflessa, i cavalli guardavano dietro lo specchio, come a voler verificare l'assenza o la presenza di un altro individuo». Ora i ricercatori intendono sciogliere le riserve sulla capacità di auto-riconoscimento dei cavalli. «La difficoltà di rimuovere la marcatura - sottolinea Paolo Baragli - potrebbe indurre nei cavalli stati d'ansia e frustrazione che ridurrebbero la motivazione a rimuovere il segno colorato. Abbiamo già eseguito nuovi test su un campione più numeroso presso il Centro addestramento etologico di San Marcello Pistoiese (Pistoia) apportando modifiche al disegno sperimentale per tenere conto delle specificità anatomiche dei cavalli e presto analizzeremo i dati raccolti».
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