Martedì 7 Gennaio 2025
GIUSEPPE TURANI
Economia

Volkswagen resterà Volkswagen

Una botta così nel mondo dell’auto (e dell’industria in genere) non si era mai vista: La Volkswagen sorpresa a truccare i dati sulle emissioni dei suoi motori in America, undici milioni di auto da ritirare, multa spaventosa, crollo delle Borse, e, soprattutto, mito tedesco della perfezione finito a rotoli.

Qualcuno aggiunge anche: fine della Volkswagen. Se non della stessa credibilità della Germania, dalla signora Merkel in giù. Fra le altre cose, si dice, cambierà anche lo scenario mondiale dell’auto.

Possibile? Non ci credo. Credo che queste siano le reazioni del momento. Poi si comincerà a ragionare. Si capirà che il “trucco” della casa tedesca non era così grave, un po’ tutti barano, e le emissioni che non dovevano esserci nei motori tedeschi (e che invece ci sono) non sono poi così tremende. Ma, con la calma, verrà anche a galla che questo è probabilmente un episodio della guerra americana contro le auto diesel europee, detestate perché comunque molto concorrenziali. Inoltre si sta scoprendo che queste soglie di inquinamento sono un po’ caotiche.

In ogni caso il gruppo Volkswagen resterà il gruppo Volkswagen. Fino a poco tempo fa era indicato come uno dei tre che nel 2020 (insieme a General Motors e Toyota) avrebbe dominato il mercato mondiale dell’auto. Non credo che cambieranno le cose. I tedeschi della Volkswagen hanno già chiesto scusa, pagheranno i danni, correggeranno i loro motori, e tutto riprenderà come prima. Quanto alla credibilità della Germania e della signora Merkel poggia su ben altro che i diesel Volkswagen. Insomma, un enorme incidente di percorso, ma non la fine di tutto.

Ma per la nostra Fiat-Chrysler intenta a dare la scalata alla General Motors cambia qualcosa? Sul momento verrebbe da dire che in America è maturata un po’ di ostilità verso l’auto europea e quindi anche verso Fiat. Ma non credo che sia così. La partita che Marchionne sta giocando intorno alla GM è molto americana. Suoi alleati sono, ad esempio, il miliardario Warren Buffet (il mago di Omaha) e, sospetto, il presidente Barack Obama in persona.

La verità è che pensare a una fusione Fca-General Motors è una cosa davvero grossa. Basti riflettere sulla difficoltà di valutare correttamente le due aziende (giro d’affari, modelli, quote di mercato, ma anche tecnologie, ecc.). In conclusione: nulla cambia, ma tutto rimane difficile. E la guerra fra le case va avanti.