Venerdì 3 Gennaio 2025
LORENZO BALETTI
Tennis

Roberta Vinci stende 'Tyson' Williams: è finale con la Pennetta

Storica finale tutta italiana agli Us Open. Roberta strepitosa: "E’ il giorno più bello della mia vita"

Roberta Vinci (Reuters)

NEW YORK, 12 SETTEMBRE 2015 - ROBERTA VINCI ha ancora gli occhi gonfi di lacrime, ma sorride. Si gira verso il suo allenatore, e fa segno di “no” con il dito. No, non è possibile. Non è possibile che la numero 43 del mondo abbia battuto la numero 1, nella semifinale degli Us Open, sul campo da tennis più imponente del mondo. Non è possibile che Roberta Vinci abbia sconfitto Serena Williams. E’ solo un sogno, la gente applaude, urla, lo speaker annuncia la vincitrice: “Roberta Vinci”. E’ solo un sogno. Roberta piange, salta, ride, si guarda intorno con lo sguardo di chi aspetta di svegliarsi da un momento all’altro. Ma Roberta è già sveglia, e lo capisce piano piano, assaporando ogni singolo istante di una vittoria storica, meravigliosa, inaspettata, per certi versi inspiegabile. «E’ il giorno più bello della mia vita» la perfetta sintesi della Vinci. Ecco, una vita in una partita. E’ partita da lontano, Robertina, ha aspettato il suo momento, è esplosa tardi, a 32 anni, ha dovuto sgomitare, piccolina com’è, nel tennis moderno dei muscoli e della forza. Ma ce l’ha fatta, ieri per l’ultima volta, nell’apoteosi di un trionfo dai mille significati. Serena Williams giocava in casa, nel torneo che aveva già vinto sei volte, e cercava di conquistare il Grande Slam 27 anni dopo Steffi Graff. La Vinci, invece, era alla prima semifinale di questo livello in carriera. Tutto lasciava pensare a una passeggiata per Serena, ma sin da subito, nonostante il primo set perso, si è capito che sarebbe stata una partita diversa.

 

C’ERA UN’ARIA particolare, a New York. Un’aria italiana dopo il trionfo della Pennetta pochi minuti prima. E allora Roberta ha cominciato a giocare in maniera divina: perfetta la tattica, a spostare una pesantissima Williams in difficoltà nei movimenti; perfetto l’atteggiamento, positivo, concentrato; perfetta la tenuta fisica, mai in calo, a lottare su ogni palla. E Serenona si dev’essere sorpresa, e poi anche preoccupata, perché tra lei e la finalissima c’era questo folletto azzurro che correva da una parte all’altra del campo senza sbagliare nulla. Che la più forte giocatrice del mondo abbia avuto paura? Possibile, perchè ha cominciato a sbagliare anche i colpi più banali, dando una grossa mano alla Vinci. Che ha incassato 2-6, 6-4, 6-4 e ringraziato fino al pianto finale, tremante con la testa tra le mani, quasi candida nel chiedere scusa ai tifosi americani per aver sconfitto la loro beniamina («Mi spiace ma oggi era il mio giorno»). Tutta la semplice bellezza di Roberta da Taranto, l’eterna ragazzina che ha sconfitto il gigante Serena, e faceva segno di “no“ col dito. No, non è possibile, è un sogno. E allora, Roberta, continua pure a sognare.