Roma, 13 febbraio 2016 - San Valentino arcobaleno. No, tranquilli, stavolta non c’entrano i laccetti, i braccialetti e nemmeno le spillette che in queste serate sanremesi stanno imperversando sul palco dell’Ariston, un giorno sì e uno anche. Per la serie, il troppo stroppa... A scendere in campo a favore delle unioni omosessuali sarebbe, invece, direttamente il patrono degli innamorati. San Valentino in persona. Almeno a detta di monsignor Giuseppe Piemontese, frate minore e arcivescovo di Terni, la città d’origine del santo.
In un’intervista pubblicata sulla rivista dei frati di Assisi, rispondendo al giornalista che gli chiedeva se San Valentino benedirebbe l’amore tra le persone dello stesso sesso, il religioso tende la mano alla comunità omosessuale: "San Valentino benedice tutte le persone, santi e peccatori, perché possano giungere ad assaporare la pienezza dell’amore che viene da Dio e che ci è stato rivelato da Gesù". Altra domanda, altra sorpresa. Battezzerebbe il figlio di una coppia omosessuale? "I bambini vengono battezzati nella fede della Chiesa e nella fede dei genitori – spiega monsignor Piemontese –. Se questi sono credenti, o almeno si sforzano di esserlo, e chiedono il battesimo della Chiesa cattolica non esiterei a battezzare il bambino".
Solo qualche settimana fa a Empoli un parroco ha impartito il sacramento ai tre gemelli di una coppia dello stesso sesso. Diverso il discorso per la benedizione di un’unione gay, attualmente ammessa dai valdesi, ma impossibile in campo cattolico. Qui la Conferenza episcopale italiana, vedesi il tackle del presidente Bagnasco sul voto segreto sul ddl Cirinnà, con il conseguente silenzio imbarazzato del segretario Galantino ("Non dico niente per rispetto del Parlamento"), è ancora divisa sul riconoscimento delle coppie omosessuali. Figurarsi se pensa alle benedizioni... Per ora il vescovo Piemontese resta isolato.