Giovedì 9 Maggio 2024

'Memoria e impegno' corteo di Libera a Roma contro le mafie

In tanti per la 29esima giornata in ricordo delle vittime

'Memoria e impegno' corteo di Libera a Roma contro le mafie

'Memoria e impegno' corteo di Libera a Roma contro le mafie

Corteo di Libera a Roma per la 29esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Sullo striscione di testa si legge "Roma città libera", lo slogan scelto per questa edizione che evoca il film "Roma città aperta". Alle casse è risuonato il brano "A bocca chiusa" di Daniele Silvestri mentre il corteo percorreva via Merulana, dove poco dopo sono stati letti i nomi di tutte le vittime di mafia uccise in Italia. "Studenti contro le mafie" recita lo striscione delle associazioni di studenti. Presenti al corteo, tra gli altri, il presidente di Libera Don Ciotti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, il sindaco di Bari, Antonio De Caro, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il leader del M5s Giuseppe Conte, la segretaria del Pd, Elly Schlein e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Il corteo, partito da piazza dell'Esquilino, si è concluso al Circo Massimo. Tanti alla manifestazione tra familiari delle vittime di mafia, studentesse e studenti di elementari, medie, liceo e università, sindaci, leader politici, sindacati, sacerdoti. Sul palco al Circo Massimo, prima dell'intervento conclusivo di don Ciotti, sono stati letti i nomi delle oltre mille persone innocenti uccise dalle mafie. A elencarli, tra gli altri, con il canone di Pachelbel in sottofondo, anche Gualtieri, Decaro, Conte e Schlein. "Due parole ci hanno accompagnato in questi 29 anni: memoria e impegno. Perché non c'è memoria vera se non c'è un impegno nella continuità, nella condivisione, nella corresponsabilità. Dobbiamo raccogliere e custodire le memorie dei vostri cari, sentirli qui dentro, sentire rinascere quelle memorie finite nell'oblio e trasformarle in pungolo, responsabilità", ha detto Don Ciotti nel suo intervento preceduto da un minuto di silenzio.