Giovedì 7 Novembre 2024
DANIELA LAGANA'
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'Il traditore tipo', dietro il film c'è un criminologo italiano

In uscita nelle sale italiane il 5 maggio, una spy story tratta dall'omonimo romanzo di John Le Carrè. Parla Federico Varese, da anni collaboratore dello scrittore britannico

Una scena del film 'Il traditore tipo'

Una scena del film 'Il traditore tipo'

Bologna, 28 aprile 2016 - Una coppia inglese in vacanza a Marrakech, un appariscente quanto pericoloso uomo d'affari russo che si rivela essere un boss, un grosso giro di riciclaggio di denaro tra Londra e Antigua, uno spietato e determinato agente dell'MI6. Sono i principali ingredienti de 'Il traditore tipo', thriller diretto da Susanna White con Ewan McGregor, Stellan Skarsgard, Damian Lewis e Naomie Harris, in uscita nelle sale italiane il 5 maggio. Il film, che si muove sul binario dello spionaggio e degli affari sporchi internazionali, è basato sull'omonimo romanzo di John Le Carrè. "Anche se la traduzione migliore in italiano di 'Our Kind of traitor' (il titolo originale) forse sarebbe 'il nostro traditore preferito' ", precisa Federico Varese, ferrarese d'origine ma inglese d'adozione, docente di criminologia all'università di Oxford e collaboratore di Le Carrè da venti anni. Già, perché forse in pochi sanno che dietro questo libro pubblicato nel 2009 e altri bestseller dello scrittore britannico c'è anche il suo lavoro di studioso del crimine organizzato.

Professor Varese, com'è nata la collaborazione con John Le Carrè? "E' nata a metà degli anni '90. Al tempo ero un giovane ricercatore universitario e per il mio dottorato stavo conducendo un'indagine sul campo in una città russa che si chiama Perm, al confine con la Siberia. Mi occupavo di mafia, rapporti di potere, riciclaggio di denaro. Oxford mi recapitava lì, in quella cittadina a ridosso dei monti Urali, la posta e un giorno vi trovai una lettera di David (il vero nome di Le Carrè è David Cornwell, ndr) che mi chiedeva di incontrarci perché voleva discutere di un libro che stava scrivendo 'Our game', diventato poi in italiano 'Le speranze del nostro tempo'. E da lì è nato tutto".

E siete diventati amici? "Sì. Ci sentiamo spesso e lo vado a trovare ogni estate in Cornovaglia, dove vive".

Tornando al 'Il traditore tipo', gli ha fatto da consulente anche per questo romanzo di cui ora è in uscita il film… "Parte della trama è basata sul quarto capitolo del mio libro 'Mafie in movimento', quindi su eventi reali, come ad esempio il riciclaggio di denaro sporco tra la City di Londra e Antigua".

Il personaggio interpretato da Ewan McGregor è quello di un professore universitario di Oxford. E' un preciso omaggio a lei? "Questa è una domanda a cui vorrei non rispondere (ride). Diciamo che gli scrittori, e in questo David non è da meno, prendono spesso spunto dalla realtà e dalle persone che conoscono, anche se poi le romanzano perché siano funzionali allo sviluppo del libro".

Senza svelare troppo della trama, ma la storia presenta incredibili analogie con lo scandalo dei Panama Papers venuto fuori grazie a una gola profonda poche settimane fa… John Le Carrè anticipa i tempi o si tratta di una semplice coincidenza? "Le Carrè ha la grande abilità di scrivere romanzi politici, capacità che gli deriva anche dal suo passato. Da tempo aveva capito l'importanza di paradisi fiscali come Antigua o Panama per il riciclaggio di denaro ma anche per nascondere somme al fisco. In realtà il romanzo, così come il film, nasconde una critica feroce all'élite britannica, che da una parte si erge come integerrima garante di onestà ma dall'altra fa affari con gente che è ben lontana da quella stessa onestà che propugna con tanta forza. Un circolo chiuso di cui Le Carrè ha fatto parte, perché ha frequentato le sue scuole e i suoi ambienti, ma a cui si è ribellato. E poi, in fondo, anche nei personaggi c'è sempre questo dilemma: meglio restare puri o compromettersi con il mondo?". 

Storia di grande attualità, insomma… "Credo che la forza dei romanzi di David risieda nella loro capacità di parlare di valori e situazioni universali nonostante la loro categorizzazione temporale. Senza dimenticare, poi, che dietro c'è sempre una vicenda umana molto forte e coinvolgente, cosa che cattura il lettore".

A proposito di attualità, da studioso e da cittadino inglese qual è ormai, cosa pensa del primo ministro David Cameron e del suo 'coinvolgimento' nei Panama Papers? "La vicenda è emblematica: sembra quasi la trama de 'Il traditore tipo' con l'élite che da una parte combatte il 'marcio' e dall'altra sfrutta i paradisi fiscali per evadere le tasse. Nello scandalo dei Panama Papers, in fondo, si può leggere la grande scollatura che c'è tra questo circolo ristretto di persone e la stragrande maggioranza della popolazione che, come me, ha un normale conto in banca in Inghilterra e paga le tasse. Per la prima volta Cameron si è trovato davvero in imbarazzo e certo non ha affrontato bene la situazione da un punto di vista mediatico. Prima ha negato, poi è stato costretto ad ammettere. Sicuramente ne è uscito fortemente indebolito e credo non si ricandiderà quando ci saranno nuove elezioni".

Pensa che scopriremo altri scandali legati ai paradisi fiscali?  "Non lo so. Credo però che ormai il nostro sguardo non debba più essere indirizzato verso isole sperdute nell'Oceano bensì verso la City di Londra e gli Stati Uniti, veri centri nevralgici di ogni tipo di affari".