Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE TECH

Il robot chirurgo che opera il cervello in tempi record

Negli USA hanno messo a punto un robot che opera sul cranio in poco più di due minuti, accorciando i tempi di intervento sul paziente in sala operatoria

Il robot chirurgo per le operazioni al cervello (Foto: University of Utah)

Un team di ricercatori della University of Utah ha sviluppato un robot autonomo che può eseguire complicate procedure sul cranio 50 volte più velocemente di quanto accade ora. Questo tipo di approccio può infatti consentire di raggiungere una regione del cervello in due minuti e mezzo, invece che in due ore. COME FUNZIONA IL ROBOT CHIRURGO Per prima cosa viene eseguita una tomografia computerizzata (TC) sul cranio del paziente, utile per elaborare un modello 3D del complesso osseo, e ottenere informazioni sui punti più delicati, quali nervi e vasi sanguigni. I dati vengono quindi impiegati per programmare il braccio meccanico, che con il suo trapano può quindi forare il cranio in autonomia e sicurezza. Il robot è munito di sensori che mettono il sistema in stand by quando, ad esempio, percepiscono che un nervo facciale è troppo vicino. IL PROGETTO È FATTIBILE La macchina è stata testata su materiali non biologici e sul cranio di persone decedute. I ricercatori hanno spiegato che i risultati degli esperimenti, pubblicati sulla rivista Neurosurgical Focus, rappresentano un cosiddetto "proof of concept" (prova del concetto in italiano), ossia dimostrano che la tecnologia funziona, ma non è ancora pronta per lavorare in una sala operatoria. Il neurochirurgo William Couldwel ha dichiarato alla CNN che se tutto andrà per il verso giusto il robot sarà sul mercato fra due anni; il suo prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 100mila dollari. L'IMPORTANZA DI OPERARE IN TEMPI PIÙ BREVI L'uso dei robot è già una realtà in ambito neurochirurgico, ma come sottolinea Couldwel ci sono questioni tecniche che fino a oggi hanno reso più difficile l'impiego dell'automazione negli interventi al cervello. Accorciare i tempi in sala operatoria è però una priorità, perché riduce le complicazioni dovute a lunghe anestesie, l'insorgere di infezioni e i possibili errori umani.