Roma, 7 novembre 2015 - Che gli italiani paghino tante tasse - la maggior parte direbbe troppe - non è certo una notizia: il Fisco incide parecchio sui nostri redditi. Ma al di là della percentuale, le tasse sono tantissime anche di numero. A fare i conti è l'ufficio studi della Cgia, che ne ha messe in fila un centinaio. Un elenco lungo infinito di voci che include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute, eccetera. Quanto alla sostanza, ogni italiano pagherà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali. Le imposte che gravano di più sono due e rappresentano più della metà del gettito (il 53,1%): Irpef e Iva. La prima garantisce alle casse dello Stato un gettito che supera i 161 miliardi di euro (il 33,2%) mentre la seconda sfiora i 97 miliardi di euro (19,9% del gettito).
Tornando al numero di tasse e balzelli, la Cgia sottolinea: "A un sistema tributario frammentato, che vessa cittadini e imprese con le sue tante scadenze fiscali, si accompagna un gettito estremamente concentrato: le prime 10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l'86% del gettito tributario complessivo che nel 2014 si è attestato a 486,6 miliardi di euro". Per le aziende le imposte che pesano di più sono l'Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2014 ha consentito all'erario di incassare 31 miliardi di euro e l'Irap (Imposta regionale sulle attivita' produttive) che ha assicurato 30,4 miliardi di gettito (di cui 20,9 miliardi in capo alle imprese e la rimanente parte alle Pubbliche Amministrazioni).
Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio Studi Cgia, spiega: "La serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto di più rispetto all'inflazione che, invece, è salita del 47%". Va anche tenuto conto che la pressione tributaria (imposte, tasse e tributi sul Pil) in Italia (30,1%) è la terza più elevata dell'Area Euro dopo Finlandia e Belgio, superiore di sette punti percentuali rispetto a quella tedesca (22,9%).
"Si tratta di un podio ancora più negativo se si considera l'altra faccia della medaglia - conclude Zabeo - ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria è necessario e apprezzabile ma dovrà procedere in parallelo con il miglioramento del livello dei servizi e della loro qualità. In altre parole meno tasse e più servizi: solo così il paese potrà agganciare la ripresa e crescere su tassi in linea con quelli dell'Area Euro che, secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, viaggerà a un ritmo nettamente superiore a quello dell'Italia".