Roma, 5 giugno 2015 - Metodo "non scientifico" e anche "rischioso". Parole della Cassazione che con tre diverse sentenze, le cui motivazioni sono state depositate oggi, ha respinto la richiesta di dissequestro dei materiali per le infusioni del metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia avanzata da Davide Vannoni, il "guru" del metodo Stamina, e dai familiari di alcuni malati che si erano sottoposti alle infusioni. Ad avviso dei supremi giudici, lo stop a questa '"cura" su input delle indagini della Procura di Torino si basa su considerazioni "puntuali e coerenti".
BOCCIATURA - Al metodo Stamina - scrive la Cassazione - "non può annettersi alcuna validità scientifica" e sono emersi "una serie di rischi" collegati alla "attività di estrazione e re-inoculazione delle cellule staminali poste in essere fuori dalle dovute precauzioni e al di fuori delle procedure richieste dalla legge".
E ancora: "L'unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici;è privo di riferimenti a procedure scientifiche validate o a pubblicazioni scientifiche e in esso le metodiche non sono dettagliate". Così scrive la Cassazione convalidando il sequestro del pm Raffaele Guariniello del materiale per le infusioni. "In tutta la documentazione prodotta da Vannoni la preparazione e la caratterizzazione delle proprietà delle cellule staminali" non è "definita nè documentata adeguatamente".
I RISCHI - In circa il 25% dei pazienti che si sono sottoposti al "metodo" Stamina, e di cui è stato possibile consultare le cartelle cliniche e le schede di monitoraggio, si sono presentati "eventi avversi, nel 14% dei casi anche gravi". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni che mettono al bando le infusioni del "guru" Davide Vannoni. "D'altronde, è stato riscontrato che numerosi pazienti - prosegue l'alta Corte - hanno denunciato l'assenza di effetti benefici e, in taluni casi, il peggioramento delle condizioni di salute".