Catania, 23 giugno 2015 - Alberghi, supermercati e persino una compagnia aerea. Ma soprattutto il calcio, sua grande passione. Antonino Pulvirenti, 53 anni, catanese dalla nascita, da stamane agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta su presunte gare comprate, deve la propria notorietà nazionale al mondo del pallone che frequenta da vent'anni, da quando cioè cominciò la sua avventura tra i dilettanti con il Belpasso, piccolo centro alle pendici dell'Etna.
Nel 1999 la conquista dei professionisti con l'Acireale, alla cui guida Pulvirenti resta sino al 2004 festeggiando una promozione in C1 prima di lasciare e rilevare il Catania dalla famiglia Gaucci. Il grande salto nel calcio che conta, culminato con la promozione in A dei rossazzurri nella stagione 2005-2006, coincide con una crescita imprenditoriale articolata tra hard discount, alberghi di lusso a Taormina, società di ristorazione e anche una compagnia aerea low cost: la Wind Jet, oggi fallita.
Sono gli anni migliori, in campo e fuori. Il Catania centra la serie record di otto campionati consecutivi in Serie A e il primato di punti nel massimo campionato (56) mentre Pulvirenti si gode la nascita di Torre del Grifo, moderno centro polifunzionale e nuovo quartier generale rossazzurro, diventando anche consigliere federale. Ma le difficoltà sono all'orizzonte. Anche qui, in campo e fuori.
Meglio: prima fuori, poi in campo. Wind Jet va in crisi e nell'agosto 2012 è costretta a sospendere i voli, due anni dopo è il Catania a retrocedere in B avviando un declino proseguito con la salvezza raggiunta solo in extremis nell'ultima stagione cadetta e culminato oggi con un arresto che pone lunghe ombre sul futuro del calcio rossazzurro.