Lunedì 3 Marzo 2025
GIULIO MOLA
Sport

Milan e cinesi, Berlusconi addio da un miliardo

Silvio: «Vendo, 400 milioni per il mercato». La 530 milioni di euro, cui vanno aggiunti circa 240 milioni di debiti

Silvio Berlusconi (Ansa)

Milano, 6 uglio 2016 - «Il Milan andrà ad un gruppo di aziende cinesi, la società ha ormai intrapreso questo percorso». Parola di Silvio Berlusconi. Nessun ripensamento, nessun colpo di scena. Per la prima volta da quando è iniziata la trattativa per la cessione del pacchetto di maggioranza dei rossoneri ad una cordata cinese, il presidentissimo conferma pubblicamente l’imminente vendita del club, senza alcuna condizione. Tranne una, e per la quale avrebbe avuto già ampie rassicurazioni. «Ho scelto di consegnare il Milan a chi è disposto a renderlo di nuovo protagonista in Italia, in Europa e nel mondo. Ho rinunciato a ogni pretesa di prezzo, ho accettato quello che mi è stato proposto, che non tiene conto del valore del brand, ma ho chiesto che il nuovo gruppo versi nel Milan almeno 400 milioni di euro sul mercato nei prossimi due anni (in realtà dovrebbero essere “spalmati“ su tre stagioni calcistiche). Parliamo di un gruppo di importanti società cinesi, anche a partecipazione statale».

Una sorta di “testamento calcistico” quello dell’ex Cavaliere che in 30 anni al timone del club ha investito 865,47 milioni di euro; parole che il presidente milanista (resterà con la carica onoraria per altri tre anni) ha consegnato ieri mattina all’uscita dell’ospedale San Raffaele, dopo le dimissioni in seguito all’intervento di sostituzione della valvola aortica. Dichiarazioni attese dopo giorni di silenzi e anche di dubbi. Una decisione sofferta e che è stata a lungo in bilico. Ma alla fine è stato Berlusconi stesso a sciogliere le ultime riserve, convinto dagli amici di una vita (Confalonieri su tutti) e dai figli.

«Negli ultimi 4 anni e a causa di una sentenza paradossale che mi ha colpito con una condanna assurda, la mia preoccupazione è stata un’altra - ha spiegato l’ex Cavaliere -. Non ho seguito il Milan come in passato e ora vorrei chiudere un periodo di 30 anni, di cui 28 di grandi successi, nel migliore dei modi e credo che sia importante la scelta di consegnare il Milan a chi è disposto a investire per farlo tornare protagonista». Esternazioni che erano state anticipate poco prima dal secondogenito Piersilvio: «Mio padre ha deciso che è arrivato il momento di cedere il Milan perché con altri capitali potrebbe far meglio e puntare in alto». 

Tra una settimana (fra l’11 e il 15 luglio) sarà firmato il preliminare mentre il “closing” è previsto in autunno. A questo punto è lecito aspettarsi che le imprese cinesi escano allo scoperto. Il gruppo a partecipazione statale di cui parla Berlusconi potrebbe essere l’azienda di liquori Kweichow Moutai. Nell’operazione dovrebbe essere coinvolto anche Evergrande Real Estate Group (cosa diversa dal Guangzhou Evergrande che ha appena smentito di voler quote rossonere) e aziende con a capo l’uomo d’affari Robin Li. Una struttura, nel complesso, simile a quella di un fondo, rappresentato da Nicholas Gancikoff (sarà il nuovo amministratore delegato) e Sal Galatioto, molto più che semplici advisor. Fisicamente, dunque, il nuovo proprietario non sarà presente a Milano, mentre gli attuali ad Galliani e Barbara Berlusconi resteranno con ruoli predefiniti (il primo sarà il consulente di mercato, la seconda si occuperà di comunicazione e marketing). 

La valutazione del Milan dovrebbe attestarsi sui 530 milioni di euro, cui vanno aggiunti circa 240 milioni di debiti di cui si farà carico il consorzio cinese. Alla Fininvest per la cessione dell’80% delle azioni andrà una cifra di 440 milioni. Il pacchetto azionario residuo (20%) sarà ceduto nel giro di un paio di anni. Non solo: la nuova proprietà immetterà nel club sotto forma di aumento di capitale un centinaio di milioni già a settembre. L’impegno finanziario per il consorzio cinese, in pratica, considerando l’acquisto finale del 100% delle quote, i debiti presi in carico e gli investimenti sul mercato sarà di oltre 1,1 miliardi di euro.