Torino, 4 ottobre 2015 - La serie A ha ritrovato la sua protagonista più attesa? E' ancora presto per dare una risposta definitiva, ma la Juventus ha iniziato a dare segnali di risveglio. Quattro giorni dopo la vittoria in Champions sul Siviglia, i bianconeri si ripetono in campionato contro il Bologna. Il tabù Stadium è sfatato anche in Italia e a Vinovo da domani inizieranno le tabelle di rimonta sull'Inter, prossima avversaria dopo la sosta. Intanto, la squadra di Allegri ha rosicchiato due punti a quella di Mancini, con il distacco ridotto a 7 lunghezze prima dello scontro diretto di San Siro. Frutto della vittoria sui rossoblù che hanno retto solo un tempo l'urto dei bianconeri, colpiti a freddo dal talentuoso Mounier, ma bravi a reagire e ribaltare il risultato. Di Morata la rete del pareggio prima dell'intervallo; Dybala dal dischetto e Khedira, in gol all'esordio in serie A, hanno completato la rimonta per il 3-1 finale che lascia il Bologna ultimo in classifica con tre punti.
Fa festa anche la Lazio che vince il derby della Ciociaria e sale al terzo posto in classifica davanti alla Roma, a -1 dall'Inter. All'Olimpico succede tutto nel finale: Keita piega la resistenza del Frosinone con un gol a dieci minuti dal 90'. In pieno repero Djordjevic firma il 2-0.
LA CRONACA DELLE PARTITE
JUVENTUS-BOLOGNA 3-1: Classe, voglia di riscatto e Morata. Sono questi i tre ingredienti del successo della Juventus contro il Bologna: decisivo l'ex Real, che sigla il pari, si procura il rigore del 2-1 e serve un assist d'oro a Khedira per il tris. Nei bianconeri la mezzala tedesca è tra i migliori, mostrando intelligenza tattica e grande personalità in mezzo al campo. Da rivedere Dybala e Pogba, che a tratti fanno vedere il loro talento ma non riescono ad essere concreti al momento giusto. Rossi cade a Torino e non può recriminare: gli emiliani tirano in porta solo nell'occasione del gol e pagano l'involuzione di Destro, sempre anticipato da Chiellini e Bonucci. Allegri lancia la stessa Juve del Siviglia, vestita con un 3-5-2 dove Dybala supporta Morata e Cuadrado ha libertà sulla corsia destra. Nel Bologna tridente con Destro-Brienza-Mounier. E dopo un assolo di Morata fermato da Mirante al 5' è proprio il francese a punire la Juve: lancio di Masina e tocco ravvicinato per lo 0-1 emiliano. Sarà il primo e ultimo pericolo per la difesa juventina, ma i vicecampioni d'Europa ci mettono quasi un'ora a pareggiare i conti. Morata si mangia un gol a tu per tu con Mirante, sparando a lato su invito di Dybala. Tra il 16' e il 19' doppia chance con Pogba dal limite, ma prima la difesa emiliana e poi Mirante bloccano il francese. A metà parziale lo stadio comincia a spazientirsi per le giocate di Cuadrado, anarchico e impreciso. Al 33' però i tifosi possono gioire: Morata va a segno di testa da pochi passi dopo un cross di Khedira deviato. Nel finale di tempo il protagonista è l'arbitro Celi: prima non fischia due falli al limite su Dybala, poi il guardalinee ferma Morata lanciato a campo aperto per fuorigioco inesistente. Al 42' ancora Morata velenoso: il suo tiro dal limite viene deviato in angolo da Gastadello.
Nella ripresa passano solo due minuti e Morata si divora un gol gigantesco calciando a lato da due passi su assist di Cuadrado. Al 52' i bianconeri completano la rimonta con Dybala, freddo dal dischetto dopo una trattenuta di Ferrari su Morata. Lo spagnolo è incontenibile: al 58' si libera col tacco e impegna Mirante di sinistro mentre al 63' disegna dalla sinistra una traiettoria perfetta per il puntuale inserimento di Khedira, che insacca di testa. Negli ultimi minuti la Juve amministra ma ha altre due chance ancora con Morata e con Pogba, che calcia alto una punizione da posizione invitante. Nel recupero c'è spazio anche per Asamoah: tanti applausi dello Stadium per il jolly ghanese, assente in campionato da quasi un anno.
LAZIO-FROSINONE 2-0: - All'ultimo respiro, con il terrore di pareggiare contro la matricola e perdere punti per strada. Per oltre un'ora la Lazio aveva lasciato il sapore amaro di uno scialbo pareggio senza gloria. La classifica ristretta, quella chance di affacciarsi nei posti che contano, tutto sembrava vanificato da un Frosinone che onora il derby laziale e a tratti meriterebbe anche il gol, se non ci va proprio vicino nella ripresa con Dionisi e Blanchard (traversa). Tutto cambia quando entra Keita, che dà profondità e soprattutto vede la porta. Il 'cocco' di Lotito gioca l'ultima mezz'ora al posto di Kishna e cambia la partita, segnando la rete decisiva all'80' e innescando il contropiede che porta Djordjevic al raddoppio nel recupero, risolvendo una gara che era diventata una pericolosa matassa per Pioli. Bravo quanto fortunato ad azzeccare l'unico cambio tattico a disposizione a causa degli infortuni di Marchetti e Basta che lo costringono a lasciare in panchina sia Candreva che Matri. Il ritorno al 4-3-3 prevede anche l'inserimento di Cataldi in mediana ma la soluzione non convince, rallentando la manovra e imbruttendo i biancocelesti. Chiaro che, con Milinkovic-Savic in condizione, sarà il serbo il titolare nel 4-2-3-1 ideale. Ma se la Lazio oggi ha sofferto, gran merito va proprio a Roberto Stellone, che deve fare a meno di Diakitè e schiera Bertoncini in difesa in coppia con Blanchard, eroe dello Stadium. Per il resto è un Frosinone tipo con Ciofani e Dionisi a far coppia nel 4-4-2 con Soddimo e Paganini a dar man forte sugli esterni. La Lazio inizia subito forte, un rullo compressore che schiaccia il Frosinone nella propria meta' campo, ma Leali ci mette piu' di una pezza, il Frosinone prende le misure e il primo tempo si chiude su un giusto 0-0.
La ripresa comincia con un grande affondo di Dionisi che si beve Hoedt e calcia in diagonale. La deviazione di Berisha è decisiva nel mandare fuori giri Soddimo che era già pronto a ribadire in rete. L'azione da gol cementa le convinzioni di un Frosinone comunque ben organizzato dietro ma che inizia a meditare di poter ottenere anche qualcosa in più di uno 0-0. Anche perche' la squadra di Pioli continua ad attaccare con sterili lanci per vie centrali che la difesa canarina respinge senza problemi. L'ingresso di un velocista come Keita diventa quindi necessario (al 16' al posto di Kishna) ma sarebbe stato utile anche cambiare Djordjevic con Matri e invece si fa male anche Basta e Pioli è costretto a giocarsi l'ultima sostituzione inserendo Konko lasciando l'ex rossonero (e pure Candreva) ancora in panchina. La scelta ristretta si rivela però azzeccata e dopo aver rischiato di prendere gol con Blanchard (la traversa gli dice di no), è proprio l'ispano-senegalese a segnare il gol vittoria. Dopo diversi tentativi al 35' Djordjevic lo serve, lui prende la mira, palo e rete con esultanza sotto la curva a torso nudo che gli costa un giallo. Ed a tempo quasi scaduto arriva il raddoppio di Djordjevic.