Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE SPORT

Ritiro Totti, la lettera: "Ho pianto come un matto, spegnere la luce non è facile"

L'addio all'Olimpico dopo Roma-Genoa: "E' arrivato il momento che speravo non arrivasse mai" L'omaggio del mondo. "Veni, vici, Totti"

Il bacio di Totti alla piccola Isabel (Ansa)

Il bacio di Totti alla piccola Isabel (Ansa)

Roma, 28 maggio 2017 - "E' facile per voi...". Francesco Totti si schiarisce più volte la voce. "Si sente? Sembra un concerto...". Ha il microfono in mano, si muove nervosamente in campo, mentre l'Olimpico gli tributa tra lacrime e cori l'addio che merita una leggenda. "Purtroppo è arrivato il momento che speravo non arrivasse mai", dice il capitano della Roma, alla sua ultima apparizione in giallorosso nel 3-2 con cui la squadra di Spalletti ha battuto il Genoa, conquistando secondo posto e accesso diretto alla Champions.

"In questi giorni ho letto tantissime cose su di me, belle, bellissime, ho pianto sempre, da solo, tutti i giorni, come un matto. Perché 25 anni non si dimenticano così, con voi dietro alle spalle, che mi avete spinto nel bene e bel male, soprattutto nei momento difficili. Per questo voglio ringraziarvi tutti, anche se non è facile: lo sapete che non sono di tante parole ma le penso, e in questi giorni, con mia moglie, ci siamo messi a tavolino e le ho raccontato un po' di cose, di anni vissuti con questa unica maglia. Abbiamo scritto una lettera per voi, non so se riuscirò a leggerla: ci provo, se non finisco la finirà mia figlia Chanel, che non vede l'ora di leggerla". La lettera, come sottolinea lo stesso fuoriclasse romanista, inizia dalla fine, e cioè dal grazie sentito alla famiglia, agli amici, a tutti i suoi compagni e tecnici.

"E' difficile raccontare 28 anni di storia in poche frasi - premette Totti - Mi sarebbe piaciuto farlo con una canzone o una poesia, ho cercato di esprimermi coi miei piedi, coi quali tutto mi viene più semplice. Da bambino il mio giocattolo preferito era il pallone e lo è ancora, ma ad un certo punto della vita si diventa grandi, così mi hanno detto che il tempo lo ha deciso. Maledetto tempo, è lo stesso tempo che quel 17 giugno 2001 (il giorno del 3-1 al Parma e dello scudetto alla Roma, ndr) avremmo voluto passasse in fretta, non vedendo l'ora che l'arbitro fischiasse tre volte. Questa volta il tempo ha bussato alle mie spalle, dicendomi che è ora di crescere e di levare gli scarpini. Sembra uno di quei sogni che tua madre interrompe al mattino e che vorresti subito riprendere, invece è la realtà. Voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai banbini che hanno tifato per me, a quello di ieri che sono cresciuti e diventati padri e a quelli di oggi che gridano Totti gol".

"Mi piace pensare che la mia carriera diventi una favola da raccontare, ora è finita veramente - prosegue il capitano - mi levo la maglia per l'ultima volta e la piego bene, anche se forse non sarò mai pronto a dire basta. Scusatemi se in questo periodo non ho rilasciato interviste o chiarito i miei pensieri, ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non è la stessa cosa che si prova davanti alla porta quando si tira un rigore, adesso non si può vedere cosa c'è oltre i buchi della rete. Ora sono io ad avere bisogno del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato".

"Col vostro affetto riuscirò a voltare pagina e ad iniziare una nuova carriera: ora ringrazio compagni, tecnici, tifosi e la curva Sud, un riferimento per noi romani e romanisti. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore, siete e sarete sempre nella mia vita. Smetterò di emozionarvi con i piedi ma il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio, che mi ha accolto che ero un bambino e che lascio adesso che sono un uomo. Sono orgoglioso e felice - conclude Totti - di avervi dato 28 anni di amore. Vi amo".