Reggio Emilia, 18 maggio 2017 - Con la terza vittoria di Fernando Gaviria nella tappa odierna, la dodicesima, il Giro d'Italia 2017 passa infelicemente alla storia come quello con il peggior avvio di sempre per i colori italiani. Nelle 99 edizioni precedenti, infatti, non era mai successo che nelle prime dodici tappe non ci fosse alcuna vittoria dei nostri corridori: in questo senso il bilancio peggiore, fino a questo pomeriggio, risaliva al 2010, quando al netto del successo dell'italiana Liquigas nella cronosquadre di Cuneo alla quarta frazione, avevamo dovuto attendere lo sprint di Pippo Pozzato a Porto Recanati, proprio nella frazione numero 12, per festeggiare la prima gioia di un corridore italiano.
Giro d'Italia 2017, classifica e risultati dopo la tappa di 13 del 19 maggio
Oggi la vittoria l'abbiamo solo sfiorata, con il bresciano Jakub Mareczko secondo come una settimana fa a Messina, bravo a battezzare la ruota del colombiano della Quick Step ma senza le gambe per saltarlo negli ultimi cinquanta metri. Identica, rispetto allo sprint nella Città dello Stretto, anche l'idendità del terzo classificato, l'irlandese Sam Bennett. Identica a quella di ieri, invece, la classifica che vede Tom Dumoulin in maglia rosa con 2'23" su Quintana e 2'38" su Mollema.
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Epilogo ad alta velocità, dunque, e non poteva essere altrimenti per
una tappa che prevedeva addirittura un passaggio in... autostrada. Nella prima parte del percorso, infatti, ci si è spinti sull'Appennino transitando per i gpm di Colla di Casaglia e del vecchio Valico autostradalade della A1, vale a dire
il famigerato tratto di Autosole tra Barberino del Mugello e Rioveggio in cui erano solite formarsi code interminabili. Fino a quando, a fine 2015, ha aperto la nuova "variante di valico" che ha dirottato più a valle il grosso del traffico sull'asse Bologna-Firenze. A passare per primi dal casello i tre fuggitivi di giornata, vale a dire il russo
Sergey Firsanov, il veneto
Marco Marcato e soprattutto
Mirco Maestri: il portacolori della Bardiani-Csf è l'unico professionista reggiano e, motivato dall'arrivare praticamente sull'uscio di casa, è stato l'ultimo ad arrendersi all'inevitabile, vale a dire il sopraggiungere del gruppo che lo ha comunque inghiottito a 7 km dalla conclusione.
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Quindi, le grandi operazioni per lo sprint che - disinnescato il tentativo ai 1.500 metri di un altro corridore "di casa", l'albanese
Eugert Zhupa residente proprio a Reggio Emilia - ha poi incoronato per la terza volta Gaviria. Nemmeno nella
Città del Tricolore, dunque, l'Italpedale è riuscita ad interrompere quello che da questa sera è
il più lungo digiuno nella storia del Giro: d'altra parte, con una globalizzazione del ciclismo sempre più spinta ed
il record negativo di corridori e squadre del bel paese al via, un simile passaggio a vuoto era da mettere in conto; e attenzione, perché non è affatto detto che da qui a Milano si riesca finalmente a rompere il ghiaccio: Vincenzo Nibali, come è giusto, è concentrato soprattutto sulla classifica che ancora lo vede in piena corsa per un posto sul podio e, chissà, per la maglia rosa. Gli scalatori Pozzovivo e Formolo ci proveranno di sicuro sulle grandi montagne, ma non sarà facile sfuggire alla legge dei Quintana e dei Pinot; Visconti, Villella e Conti torneranno a cercar fortuna nelle frazioni di media montagna nelle quali è più facile vada via la fuga, e che spesso somigliano a piccole, combattutissime classiche. Per quello che riguarda gli uomini da volata, con il campione italiano
Nizzolo già ritirato a causa di una condizione fisica deficitaria, le nostre residue speranze sono riposte su proprio su
Mareckzo, fin qui l'unico dei nostri apparso in grado di contrastare Gaviria: domani per lui l'ultima chiamata, nella
piattissima Reggio Emilia-Tortona che rappresenterà il commiato per i velocisti puri. E da questo punto di vista sarà anche interessante capire quanti di loro, sabato, riprenderanno il via alla volta di Oropa: probabile che lo stesso Gaviria provi a tenere duro per salire sul podio di Milano con la maglia ciclamino; quanto a Greipel, invece, non ci stupiremmo del contrario, essendo solito, il tedesco, salutare l'Italia quando all'orizzonte si profilano le grandi vette alpine e, soprattutto, un Tour de France da preparare evitando di fare troppa fatica in montagna.
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Ordine d'arrivo 12ª tappa: Forlì-Reggio Emilia 1 Fernando Gaviria (Col) Quick Step Floors
2 Jakub Mareczko (Ita) Wilier-Triestina s.t. 3 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe s.t. 4 Phil Bauhaus (Ger) Team Sunweb s.t. 5 Ariel Maximiliano Richeze (Arg) Quick Step Floors s.t. 6 Ryan Gibbons (Saf) Dimension Data s.t.
7 Sacha Modolo (Ita) UAE Team Emirates s.t. 8 André Greipel (Ger) Lotto-Soudal s.t. 9 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo s.t.
10 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates s.t. Abbuoni di 10", 6" e 4" ai primi tre classificati
Classifica generale dopo la 12ª tappa 1 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb 2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 2'23" 3 Bauke Mollema (Ola) Trek-Segafredo a 2'38" 4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 2'40"
5 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida a 2'47" 6 Andrey Amador (Cri) Movistar Team a 3'05" 7 Bob Jungels (Lux) Quick Step Floors a 3'56"
8 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale a 3'59" 9 Tanel Kangert (Est) Astana a 3’59” 10 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 4'17"
11 Dario Cataldo (Ita) Astana a 5'19" 12 Steven Kruijswijk (Ola) LottoNL-Jumbo a 6'07"
13 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac a 6'19" 14 Rui Da Costa (Por) UAE Team Emirates a 6'29" 15 Geraint Thomas (Gbr) Team Sky a 6'46" 16 Adam Yates (Gbr) Orica-Scott a 6'52"