Martedì 2 Luglio 2024

Diane Keaton, i 70 anni dell’eterna ragazza

Eccentrica, svampita, potentissima: festa per la più amata da Woody

Diane Keaton (Ansa)

Diane Keaton (Ansa)

Roma, 5 gennaio 2016 - UN’INTERA generazione di inguaribili Peter Pan che si è specchiata nel suo sorriso sbarazzino e nei suoi vestiti maschili, si dovrà rassegnare: l’eterna ragazza diventa una signora, oggi Diane Keaton compie 70 anni. Attrice, produttrice, regista, fotografa più volte citata tra le 50 donne più influenti d’America, per tanti, forse persino per se stessa, Diane Keaton resta comunque sempre Annie Hall, la protagonista di “Io e Annie” di Woody Allen (1977, Oscar alla migliore attrice ’78), creatura aerea e volitiva, imprevedibile e tenace, musa e cuore romantico di Manhattan. Curioso destino per chi come lei è nata a Santa Ana, sobborgo di Los Angeles, il 5 gennaio 1946, e a New York ci è rimasta solo negli anni della formazione fino alla singolare convivenza (case separate nell’Upper Side) con Woody Allen.

FIGLIA di un ingegnere e agente immobiliare di origine irlandese e di una fotografa dilettante con la passione per l’arte (Dorothy Keaton), la giovane Diane Hall inizia la scalata al successo nel mondo dello spettacolo quando viene scelta da Woody Allen per portare a teatro “Provaci ancora Sam”. È il 1969 e il successo di Diane, che nel frattempo ha scelto il cognome della madre, in quella commedia attira Francis Ford Coppola che le propone il ruolo dell’irlandese Kay Adams, la moglie di Michael Corleone nella saga de “Il padrino”, a partire dal ’72, stesso anno in cui esce al cinema (diretto da Herbert Ross) il film con Woody di “Provaci ancora Sam”. Sicura della sua popolarità, acclamata musa del suo compagno (reciterà con Allen in ben otto film, anche dopo la fine della loro storia), Diane Keaton va incontro nuovamente a una doppia svolta professionale nel ’78, con l’Oscar per “Io e Annie”, e nel ’79 con il ruolo di una donna randagia e pronta al sesso facile, nel film di Richard Brooks “In cerca di Mr. Goodbar”. Dopo un doppio incontro «alleniano» che lascerà il segno tra i rovelli morali di “Interiors” e la poesia visiva di “Manhattan”, Diane scioglie l’ultimo cordone ombelicale e nel 1981 raggiunge sul set (poi anche nella vita) Warren Beatty per “Reds”. I ruoli drammatici (in cui peraltro eccelle) non saranno comunque il suo cavallo di battaglia. Per avere successo e diventare una delle attrici più pagate di Hollywood deve scegliere ancora la commedia, un’arte di cui conosce i tempi comici, i vezzi, le svolte impreviste. Eccola allora nei panni del suo mito, Katharine Hepburn, per il remake di “Il padre della sposa”, poi nel “Club delle prime mogli” fino ad oggi, con “Love the Coopers”.

BELLA ma mai ritoccata dai chirurghi plastici, elegante ma anticonformista con i suoi completi maschili che impone ai personaggi, rubacuori ma ferocemente attaccata alla propria libertà. Così, sempre più simile alla Hepburn anche nel carattere solitario e bisbetico, attraversa le generazioni di Hollywood senza mai lasciarsi contagiare. Oggi spende sempre più tempo con la macchina fotografica in mano, ricalcando le orme della madre, e colleziona opere d’arte contemporanea. E alla fine nulla intacca il mito di Annie Hall, un personaggio tanto autobiografico che porta il suo vero cognome e il nome con cui Woody Allen l’ha sempre chiamata: Annie appunto.