Venerdì 17 Maggio 2024
PAOLO GRILLI
Sport

Alonso, la sfida infinita. A 42 anni incanta ancora. Ma l’Aston Martin arranca

Il campione Fernando Alonso affronta il nuovo campionato di Formula 1 con determinazione e umiltà, consapevole delle sfide. Con la sua esperienza e passione, cerca di portare la sua Aston Martin alla vittoria, dimostrando che la velocità e il cuore sono ancora fondamentali nel motorsport.

A 42 anni incanta ancora. Ma l’Aston Martin arranca

A 42 anni incanta ancora. Ma l’Aston Martin arranca

Dice che diciannove piloti su venti inizieranno questo campionato del mondo sapendo di poterlo vincere. Fernando Alonso sembra accelerare con il pessimismo, ma poi sapremo che come sempre l’asturiano le proverà tutte per regalarci un altro guizzo, un numero, l’ennesima lezione di classe.

A 42 anni, e ne compirà uno in più a fine luglio, appena dopo Spa, il campione spagnolo può permettersi il lusso di non dovere fare calcoli. E di insegnare ai robotici epigoni del Circus cosa significhi metterci il cuore quando tutto sembra partoribile da un algoritmo, pure al volante di un bolide.

La sua Aston Martin è chiamata a un ulteriore salto di qualità, dopo avergli garantito già otto podi nella passata stagione. "Abbiamo anche possibilità di vincere", ha detto Alonso alla presentazione della vettura, riferendosi ovviamente a singole gare. Terminati i test in Bahrain, Fernando ha però poi fatto dichiarazioni al ribasso: "Non siamo veloci come l’anno scorso". Lui non trionfa in un Gp dal 2013, quando arrivò davanti a tutti nella sua Spagna al volante della Rossa.

Sembra che sia trascorsa quasi un’era geologica – Fernando arrivò secondo in campionato, dietro Hamilton – ma in fondo nulla è cambiato dello spirito del talento precocissimo arrivato già al doppio titolo mondiale con la Renault ad appena 25 anni. Poi, il destino e anche un carattere non sempre sintonizzato sulle frequenze giuste delle top scuderie di turno che erano riuscite ad accaparrarselo – Ferrari in primi – gli hanno permesso di arricchire il palmares. Ma le qualità, quelle non sono mai state messe in discussione.

Ed emergono chiaramente se confrontate a quelle del compagno di squadra Lance Stroll, pilota cui non mancano guizzi, seppur molto rari, ma che chiaramente può competere nel massimo campionato per il fatto di essere il figlio del fondatore della scuderia per cui corre.

Alonso, col suo carattere titanico, non ha mai vissuto questa rivalità interna con disagio. Anzi, spesso con spirito un po’ canzonatorio ha stuzzicato il collega.

Nelle ultime stagioni, poi, il pilota eterno che fu iridato in F1 nel 2005 e 2006 – ci avviciniamo al ventennale del primo titolo – non ha mancato di cimentarsi alla Dakar e nel campionato Enducance. E per tre volte ha provato a vincere, senza riuscirci la 500 Miglia di Indianapolis. Il trionfo come unico obiettivo, a prescindere da tutto, la velocità come ragione di vita. Ce ne vorrebbero, di Alonso, in questo mondo anestetizzato dal digitale.