Roma, 1 marzo 2017 - Da ragazzo appresi come una illuminazione, da un amico infelicemente sposato, che esistono gli individui e non le coppie. Ne ho dedotto che la vera conquista di civiltà sarebbe (con referendum) la liberazione dell’umanità dal matrimonio, anzichè l’estensione di oppressivi legami familiari dagli eterosessuali agli omosessuali – non per liberarli e legittimarli, ma per imprigionarli. Perché ne parlo? Per la velocità con cui s’è decisa in Parlamento questa sciocchezza, e per la lentezza intollerabile e scandalosa con cui, in nome di malintesi presupposti religiosi, si continua a umiliare la dignità umana, non definendo il confine del fine vita per chi inequivocabilmente la vita ha perduto. Una vita di cui è espropriato. E che altro è, se non questo, il fine vita?
Venerdì 15 Novembre 2024
ArchivioLa vita espropriata dallo Stato