Bruxelles, 15 dicembre 2015 - Una guardia di frontiera comune, una guardacoste europea e infine una modifica mirata al codice Schengen per rendere obbligatori i controlli sistematici sui cittadini Ue in entrata e in uscita alle frontiere esterne. E' quanto ha proposto la Commissione Ue, riunita oggi a Strasburgo.
La proposta legislativa, se approvata dai governi e dall'Europarlamento, comporterebbe una cessione importante di sovranità da parte degli Stati membri in un settore (la difesa dei confini) che è stato finora tradizionalmente ed esclusivamente appannaggio dei poteri nazionali.
Una vera e propria polizia di frontiera europea composta in particolare di 1.500 uomini, provenienti da una riserva costituita in diversi Stati membri e pronta a essere mobilizzata in due-tre giorni, per andare a sorvegliare i confini esterni dello spazio Schengen, in caso di crisi non gestibile da parte del paese responsabile.
L'intervento "federale" potrebbe avvenire, teoricamente, anche contro il volere dello Stato membro interessato, ma solo dopo che sarà stato chiesto a quel paese di risolvere rapidamente la crisi con le proprie forze e aver constatato il fallimento del tentativo.
La decisione di intervento europeo sarà presa con un "atto d'esecuzione" proposto dalla Commissione e approvate a maggioranza qualificata dai rappresentanti degli Stati membri.
Si tratta del terzo pacchetto della Commissione, varato oggi, per far fronte alla crisi migratoria, costruire una vera e propria politica comune dell'immigrazione e dell'asilo, rafforzare i controlli alle frontiere esterne dell'Unione, tutelare il mantenimento della libera circolazione delle persone nello spazio di Schengen.
Sarà, secondo la proposta, l'agenzia Frontex ad assumere la capacità operativa e il ruolo di autorità pubblica, con poteri di polizia necessari a esercitare la sorveglianza diretta delle frontiere esterne. Frontex potrà anche espellere e rimpatriare con propri voli direttamente i migranti irregolari "economici", a cui non sarà stato riconosciuto il diritto d'asilo.
La proposta della Commissione trova l'appoggio dell'asse franco tedesco, ma avrà a che fare con una forte opposizione da parte di alcuni paesi dell'Est, a partire da Polonia e Ungheria, gelosi della propria sovranità e già ai ferri corti con Bruxelles.