Sabato 28 Dicembre 2024
ALESSIA GOZZI
Politica

Scuola, passo indietro sui precari. "Supplenti senza fare la valigia"

Il Governo: non perdono il posto. Ira dei sindacati: il solito caos

LOTTA ‘Scuola sarda no trolley’: il flash mob delle insegnanti all’aeroporto di Cagliari contro il rischio di doversi trasferire a centinaia di chilometri da casa. Sotto, il ministro Stefania Giannini (Ansa)MINISTRO Stefania Giannini (Ansa)

Roma, 21 agosto 2015 - NELLA NOTTE tra l’1 e il 2 settembre il cervellone del Miur invierà le mail. Nelle caselle di posta elettronica dei prof precari che hanno fatto domanda arriveranno le assegnazioni per provincia. Sono oltre 71mila insegnanti che dovranno essere assunti a tempo indeterminato, ma non tutti dovranno necessariamente spostarsi pur accettando il posto. Questo perché, come spiega il ministero dell’Istruzione in una circolare del 12 agosto, se nel frattempo l’ufficio scolastico della regione di appartenenza li convoca per una supplenza fino al 30 giugno, possono rimanere supplenti un altro anno senza perdere il diritto all’assunzione a tempo indeterminato, avranno cioè un’assunzione giuridica. E il posto al quale erano stati assegnati? Arriverà un altro supplente. Tra l’8 (termine per l’assegnazione delle cattedre) e il 10 settembre (dead line entro la quale gli insegnanti dovranno decidere se accettare il posto) si avrà il quadro della situazione.

A pochi giorni dal suono della campanella i sindacati sono sulle barricate: si rischia il caos e la ‘supplentite’ sarà anche peggiore del passato. Confermata, dunque, la manifestazione unitaria dell’11 settembre insieme con tutte le Rsu della scuola. «Premessa per ulteriori azioni – assicura Pino Turi (Uil) – se il governo non si metterà al tavolo per cambiare una legge sbagliata, stiamo già studiando i ricorsi». Problemi anche sul fronte del personale Ata, con l’Anief che annuncia una class action per il blocco delle assunzioni. Rino Di Meglio (Gilda degli Insegnanti) denuncia come «la riforma spacciata come cura miracolosa contro la ‘supplentite’» finirà per aggravare «il solito balletto di supplenti».

SULLA STESSA linea Francesco Scrima (Cisl): «Un piano assunzioni buttato giù in modo frettoloso, incompleto e ingiusto – attacca –. C’è il rischio che le scuole non si trovino gli insegnanti a inizio anno: sciolta la neve della propaganda, si vedono i buchi». I buchi sono in primo luogo quel 30% che non ha nemmeno fatto domanda «perché non si fidava di fare una richiesta al buio» ma, soprattutto, quelle 20mila assunzioni che mancheranno all’appello rispetto al target di 101mila messo nero su bianco nella ‘Buona Scuola’. I conti sono presto fatti: delle 71.643 richieste inviate circa 18mila sono da cancellare (perché nel frattempo chi le ha fatte è stato assunto o perché rivolte alla scuola di infanzia priva di posti), sommandole alle 29mila assunzioni già fatte dai provveditorati si arriva a circa 82mila. I 20mila posti mancanti saranno assegnati il prossimo anno, magari allargando il concorsone triennale da bandire entro il primo dicembre.

Dal Pd la responsabile scuola, Francesca Puglisi, spiega che «serviranno due anni per una ‘Buona Scuola’ a regime». E il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ammette: «Le cose che non vanno per il verso giusto ci sono, quest’anno sarà un test, sapevamo che non potevamo risolvere da subito il problema delle supplenze». Ma punta il dito contro i sindacati che ogni giorno si lamentano: «Per la prima volta stiamo affrontando i problemi atavici della scuola, abbiamo investito 3 miliardi, messo a disposizione 101mila assunzioni, riaperto il concorso dopo quattro anni». Insomma, è l’appello, «noi ci stiamo investendo, un po’ di collaborazione, basta ostilità». Il ministro Stefania Giannini tira dritto sul piano. I sindacati affilano le armi. Nel mezzo, studenti e insegnanti attendono il suono della campanella. Tra rabbia e speranze.