Martedì 7 Gennaio 2025
LORENZO BIANCHI
Cronaca

Nullità matrimonio, l’odissea del manager libertino: 50 anni per un verdetto

Il calvario per ottenere la nullità dalla Sacra Rota. "Negli anni ’60 spesi milioni di lire"

ALTARE Una coppia al momento del fatidico sì e papa Francesco

Roma, 9 settembre 2015 - UN’ODISSEA durata dal 1957 al 2003 per arrivare alla nullità definitiva pronunciata dalla Sacra Rota, in tutto 10 milioni di lire spesi solo per il primo e il secondo grado davanti ai tribunali ecclesiastici, negli anni sessanta una mezza fortuna. È la storia di un piccolo imprenditore benestante di famiglia e sciupafemmine che chiameremo Federico, avvertendo il lettore che il nome è rigorosamente di fantasia e che la storia invece è assolutamente genuina.

Federico, ora novantenne, convola a giuste nozze, ma accumula scappatelle e una relazione duratura sia durante il fidanzamento sia durante l’anno e mezzo di matrimonio. All’epoca non c’era il divorzio. La nullità era l’unica strada.

L’UOMO ottiene la cancellazione del vincolo nel dibattimento di primo grado, ma perde il secondo grado del giudizio. Si abbatte e non torna più alla carica fino a quando alla fine degli anni novanta lo tramortisce un colpo di fulmine. La nuova fiamma ha venti anni in meno. La donna proprio a causa del rapporto perde il suo lavoro. Federico si impunta e vorrebbe impalmarla. Gli resta solo il terzo grado della procedura, quello presso la Sacra Rota. Il dibattimento si riavvia nel 1999. Federico confida al suo avvocato Davide Venturini una fuga d’amore alla vigilia del primo matrimonio con la sua seconda fidanzata parallela e per così dire «fissa», una scappatella consumata con la complicità di una vecchia, ma robusta, 500 nei dintorni di Firenze. La signora conferma per iscritto vincendo l’imbarazzo. Il suo racconto, molto concreto, è stato la via d’uscita dal calvario.

NEI CASI di non consumazione del matrimonio gli interessati si trovano a dover rispondere a domande molto dirette sul legame sessuale inesistente con il coniuge, una casistica che distingue fra ‘mancata erezione’, ‘mancata penetrazione’ e ‘mancata eiaculazione’. Il legale cita il caso di una coppia, di profonda fede cattolica, che per tredici anni non è riuscita ad avere un rapporto pieno perché l’uomo, un impiegato amministrativo di un ospedale che ora ha 55 anni, vedeva il suo organo sessuale contrarsi irrimediabilmente e costantemente appena si avvicinava alla consorte. Per molto tempo la donna non ha voluto saperne di chiedere la nullità.

Nel 2002 uno psicologo ha chiuso la vicenda con una perizia che ha confermato l’esistenza di un blocco mentale che paralizzava gli istinti dell’uomo. I due sono rimasti molto amici. Resta ancora congelata nel limbo di una lunga attesa la vicenda di una moglie che in un piccolo paese aveva avuto rapporti con quasi tutti gli abitanti di sesso maschile, ma non con il marito. L’uomo non ha mai voluto rassegnarsi a eccepire la mancata consumazione del suo vincolo nuziale.