
Provincia autonoma di Bolzano (Lapresse)
Roma, 27 marzo 2017 - Gli Highlander dei privilegi, nonostante la crisi, resistono. Tra loro ci sono i consiglieri del Trentino Alto Adige. Identikit: 9.800 euro lordi d’indennità mensile (in Emilia-Romagna, per dire, è di 5mila; poco più di 6.300 in Lombardia e 7.334 in Toscana). E per chi si assume l’oneroso incarico di fare sia il consigliere provinciale (di Trento o Bolzano) sia regionale? Ottiene 1.450 euro di rimborso spese per esercizio del mandato. Poi c’è l’indennità di funzione: 3.255 euro lordi mensili per il presidente, 1.890 per il vice, 945 per i segretari questori del Consiglio. Le Acli trentine hanno tentato di tagliare l’indennità lorda con una legge d’iniziativa popolare da 9.800 a 7.500 euro mensili, bocciata dal Consiglio. Poi è arrivata la beffa dei vitalizi. Walter Baumgartner, ex consigliere provinciale di Bolzano e regionale del Trentino Alto Adige si è aggiudicato a 60 anni una liquidazione di oltre 650mila euro e 4mila di vitalizio mensile. Prima di lui, aveva fatto scalpore l’altra ‘paperona’, la pasionaria altoatesina Eva Klotz. Non stupisce, insomma, che l’associazione contribuenti del Sudtirolo e il Forum vitalizi stia preparando una mobilitazione per aprile, definendo gli ultimi tagli ‘ridicoli’. I vitalizi, in effetti, con una legge del 2014, sono stati ridimensionati, obbligando i titolari dell’assegno a restituire parte delle somme troppo alte anticipate. Ma non tutti l’hanno fatto e mancano all’appello 12 milioni di euro. Come se non bastasse, 62 ex consiglieri e vedove di ex consiglieri hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale per riavere gli assegni pieni. Se vinceranno, la Regione dovrà sborsare milioni di euro. Come dimenticare, poi, la spesa del personale? La media italiana dei dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione residente è di 5,18% (fonte: centro studi ImpresaLavoro). In Valle d’Aosta la percentuale è al 9,05%, segue il Trentino Alto Adige con il 7,4% (in valori assoluti ha oltre 78mila dipendenti pubblici). Un record. Ciò nonostante in Trentino Alto Adige non si fanno mancare 152mila euro per consulenze legali davanti al Consiglio di Stato. Capitolo a parte, la sanità. C’è un boom di assunzioni di manager, però mancano gli infermieri. Secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti sugli andamenti della finanza regionale, a fronte di una spesa per il personale sanitario pro capite nelle regioni a statuto ordinario di 581,66 euro, la Provincia autonoma di Bolzano ne spende 1.089,24 (che incide per il 48,9% sulla spesa corrente sanitaria) e quella di Trento 804,87. Infine, i flussi di denaro che dallo Stato centrale arrivano in Trentino Alto Adige. L’ultimo studio del Mef, dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, datato gennaio 2017, fa una stima provvisoria della spesa regionalizzata 2015. Morale: su un ammontare complessivo di pagamenti dello Stato, pari a 600.262 miliardi di euro per l’anno 2015, è stato ripartito a livello regionale un importo di 259,696 miliardi (pari al 43,26%). Calcolando la cifra pro capite destinata agli abitanti del Trentino Alto Adige si scopre che è quattro volte quella della Lombardia: 7.733 euro a fronte di 2.447. Più del doppio della media nazionale che si ferma a 3.658 euro. La provincia autonoma di Bolzano guida la classifica: dalle casse dello Stato arrivano a ogni altoatesino 8.679 euro; seguono i valdostani con 7.655 euro e i trentini con 6.818 euro. In pratica, si legge nel dossier del Mef, il denaro che arriva dallo Stato centrale per il Trentino Alto Adige vale il 21,05% del suo Pil; per la Lombardia il 7%. Le partecipate sono un altro tasto delicato: la relazione dei magistrati contabili, riferita al 2015, segnala che sono otto (nella provicina autonoma di Bolzano), a riportare un indebitamento complessivo pari a quasi 446 milioni di euro.
(1 – Continua)