Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Referendum 4 dicembre, bocciato il ricorso di Onida

"Il quesito referendario non viola la libertà di voto" Vento populista sul referendum, il 'No' assapora la spallata

Valerio Onida, presidente emerito della Consulta (ImagoEc)

Roma, 10 novembre 2016 -  "Il quesito referendario non lede la libertà di voto". Con questa motivazione il Tribunale civile di Milano ha respinto il ricorso dell'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Onida, insieme al pool di legali Claudio e Ilaria Tani, Aldo Bozzi ed Emilio Zecca non escludono di presentare reclamo dopo la decisione del Tribunale. 

L'OBIEZIONE DI ONIDA - Secondo Onida l'eterogeneità del questito trasforma  "il referendum in un plebiscito politico": l'elettore non può esprimersi "in modo diverso sui diversi aspetti eterogenei della riforma". Nel ricorso del presidente è scritto che la legge approvata dal Parlamento e sottoposta a referendum "ha oggetto e contenuto tra di loro non connessi (...) che riflettono scelte altrettanti distinte, neppure tra loro coerenti". Tutto questo, "viola in modo grave ed evidente la libertà del voto del singolo elettore, garantita dagli articoli 1 e 48 della Costituzione".

RICORSO BOCCIATO - Non è d'accordo il giudice Loreta Dorigo, che non ha accolto l'eccezione di legittimità costituzionale. "Non ritiene (...) il Tribunale di ravvisare una manifesta lesione del diritto alla libertà di voto degli elettori per difetto di omogeneità dell'oggetto del quesito referendario", si legge nella sentenza.  Vince invece la linea dell'Avvocato dello Stato Gabriella Vanadia, che rappresenta la Presidenza del Consiglio, che nelle udienze chiedeva di respingere il ricorso: "Se lo scopo finale di queste domande è quello di incidere sulle prerogative politiche - argomentava il legale - non è lecito e va respinto, perché un procedimento di questo tipo non può incidere sulla politica". Il Tribunale civile di Milano ha respinto oggi anche il ricorso di un pool di legali. Alcune settimane fa era stato bocciato il ricorso del Movimento 5 Stelle.

GLI ALTRI RICORSI - Non è ancora chiusa la partita dei reclami in vista del referendum. Altri ricorsi sono infatti pendenti davanti a varie istanze giurisdizionali, che si pronunceranno di qui al primo dicembre, ossia a soli tre giorni dal voto. Le sezioni unite della Cassazioni esamineranno il 15 novembre un ricorso del Codacons, che eccepisce "eccesso di potere" in relazione alla formulazione del quesito. Il 16 novembre si terrà davanti al Tar del Lazio l'udienza su un altro ricorso proposto da  Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, e su quello presentato da Fulco Lanchester e Marco Staderini per il Comitato per la libertà di voto, per chiedere che il quesito sia 'spacchettato' in piu' domande. Infine, il primo dicembre la sesta sezione del Consiglio di Stato valuterà nel merito la richiesta di sospensiva cautelare della consultazione referendaria presentata dal Comitato per il No e già respinta con ordinanza del presidente della stessa sezione che non aveva ravvisato i motivi di urgenza e aveva quindi rinviato l'esame alla camera di consiglio collegiale.

LE REAZIONI - "Sentenza prevedibile", commenta la senatrice Pd Anna Finocchiaro. "I trabocchetti sono finiti, gli atti del governo sono conformi alla legge. Ora spazio solo al confronto nel merito sul quesito del referendum", chiosa un altro senatore democratico, Andrea Marcucci. "Ha prevalso il buonsenso", dice Gianfranco Librandi di Civici e Innovatori. "Meglio così, anche se Onida aveva ragione", dichiara tra il serio e il sarcastico Renato Brunetta di Forza Italia. "Bene lo stop, ora vinca il No", gli fa eco il collega di partito Maurizio Gasparri.