Roma, 3 febbraio 2017 - Il colpo di scena arriva quando l’interrogatorio di Virginia Raggi, sindaca di Roma, indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per la nomina di Rodolfo Marra (fratello dell’ex capo del personale Raffaele, oggi agli arresti per corruzione) era ormai in corso da sei ore in una caserma della polizia nel quartiere Tuscolano, lontano dalla Procura di Roma. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’Olio (che hanno torchiato la Raggi dalle due del pomeriggio alle dieci di sera) hanno buttato sul tavolo una ‘novità’ che ha sgretolato la strategia di difesa costruita dall’avvocato Alessandro Mancori. I giudici hanno tirato fuori una carta per dimostrare quanto fossero stretti – e precedenti all’elezione a sindaca – i rapporti tra la Raggi e Salvatore Romeo, l’uomo che le presentò poi Raffaele Marra. È una polizza d’assicurazione. Di cui Virginia Raggi è beneficiaria e Salvatore Romeo contraente. Una carta precedente alla nomina di Romeo come capo della sua segreteria (con annessa triplicazione di stipendio): Raggi appare beneficiaria della polizza vita di Romeo. Alla morte del dirigente comunale, la Raggi potrebbe incassare (ancora oggi) circa 30mila euro. La Procura ha scoperto l’esistenza della polizza durante le indagini sulle nomine in Campidoglio. La Raggi ha però negato di esserne a conoscenza. Le indagini dovranno quindi verificare che cosa ha spinto Romeo ad accendere la polizza: gli investigatori vogliono anche capire se con le polizze si possa occultare la tracciabilità di passaggi di denaro. Solo un sospetto, per il momento, non un’accusa.
Inizialmente il beneficiario in caso di morte indicato da Romeo non era la Raggi. Nel gennaio 2016 Romeo muta il beneficiario. Ma che tipo di relazione esisteva realmente tra i due per giustificare una così intima elargizione? Di sicuro i pm hanno voluto vedere chiaro su questo aspetto della vicenda che, a questo punto, apre uno scenario nuovo. Perché la valutazione del comportamento dei soggetti coinvolti cambia radicalmente a seconda delle risposte che avrà dato la Raggi, ma resta il fatto che la questione della polizza esce dalla sfera meramente privata perché la nomina di Romeo è successiva al cambio di beneficiario, ovvero avviene a luglio. Le date sono importanti. A gennaio Romeo indica Virginia Raggi come beneficiaria della polizza. In quel mese è in corso la lotta interna al M5S romano tra la cordata composta dai consiglieri Raggi e Daniele Frongia e quella del capogruppo Marcello De Vito e della deputata Roberta Lombardi. A febbraio Raggi batte De Vito alle ‘comunarie’ e il 20 giugno diventa sindaco. Due settimane più tardi lo stipendio di Romeo passa da 39mila euro annui a 110mila. Interviene l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone e Virginia Raggi taglia gli emolumenti di Romeo da 110 a 93mila euro lordi. Romeo lascia il nuovo posto il 17 dicembre 2016 dopo l’arresto dell’amico Raffaele Marra che è accusato di corruzione.
Ora gli inquirenti si chiedono i motivi della polizza, anche perché Romeo, «dal 2013 in poi, da quando si è reinventato un’attivista del Movimento Cinque Stelle» ha «investito circa 100mila euro su una decina di polizze vita». I cui beneficiari, ancora una volta, non sono parenti e cugini, ma altri soggetti. Tra cui politici e altri attivisti del Movimento. Difficile a questo punto, affrontare una nuova inchiesta così pesante per una sindaca. Sindaca che all’uscita dall’interrogatorio sulla polizza di Romeo ha detto: «L’ho appreso questa sera, sono sconvolta. È stato un’interrogatorio molto tranquillo - ha aggiunto la Raggi - ho risposto a tutte le domande. C’è molto lavoro da fare qui a Roma, dobbiamo portarlo avanti» E a chi insisteva sui motivi della polizza, la sindaca ha risposto seccamente: «Non ne ho idea. Ci sono le indagini in corso»