Martedì 26 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Raggi indagata, "ha mentito su Marra"

Fra le ipotesi di reato anche l'abuso di ufficio. Sarà interrogata

Virginia Raggi (Ansa)

Virginia Raggi (Ansa)

Roma, 25 gennaio 2017 - ​DOPO mesi di voci, il terremoto giudiziario si è infine abbattuto sul Campidoglio. Virginia Raggi ha ricevuto un invito a comparire dinanzi ai magistrati della procura di Roma. La sindaca risulta indagata nell’inchiesta relativa alla nomina a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale del comune di Roma, suo fedelissimo, arrestato il 16 dicembre per corruzione.

Sul caso i pm della Procura di Roma avevano aperto un fascicolo, coordinato dal pm aggiunto Paolo Ielo, anche sulla base del dossier sul capitolo ‘nomine’ presentato, a fine estate, dall’ex capo di gabinetto del comune di Roma, Carla Raineri. Abuso d’ufficio e falso le ipotesi di reato per la sindaca, la prima esponente di rango M5S a venire colpita da un ‘avviso’ così pesante. «Oggi mi è giunto un invito a comparire dalla Procura di Roma – scrive lei sui social – ho informato Beppe Grillo e adempiuto al dovere di informazione previsto dal Codice di comportamento del M5S (del 2 gennaio, quando già si sapeva che la Raggi era indagata, ndr ), ho avvisato consiglieri di maggioranza e membri della giunta e, nella massima trasparenza che contraddistingue l’operato M5S, ora avviso tutti i cittadini. Sono molto serena, ho completa fiducia nella magistratura, come sempre. Siamo pronti a dare ogni chiarimento».

​I MAGISTRATI capitolini sono al lavoro per capire se la nomina di Renato a direttore della direzione Turismo abbia coinvolto il fratello che era a capo dell’ufficio personale. Del caso si è occupata l’Autorità Nazionale Anticorruzione ritenendo «configurabile il conflitto di interessi» sia nel caso in cui Marra avesse svolto un mero ruolo formale nella procedura sia nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria. Raggi aveva prima detto che tale ruolo era «stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni» da lei assunte «senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali».

Poi, davanti la delibera dell’Anac, ha disposto l’annullamento in autotutela dell’affidamento dell’incarico. Ma parlando nella chat “Quattro amici al bar” (così si chiamava il gruppo sulla chat di Telegram che Raggi usava per tenere i contatti con Marra, l’ex vicesindaco Daniele Frongia e l’ex capo della segreteria, Salvatore Romeo), la sindaca chiedeva notizie dello stipendio che Renato Marra avrebbe percepito da capo dipartimento: sarebbe la prova che l’ex capo del personale gestì la nomina in conflitto d’interessi.

​NON SOLO. In un altro scambio di messaggi, anche questo acquisito dalla procura, Raggi si lamentava con Marra per l’aumento di stipendio garantito al fratello in seguito alla promozione. «Perché se c’era un aumento di stipendio tu non me lo hai detto?» chiedeva in uno scambio che, a detta degli inquirenti, smentirebbe il fatto che la Raggi possa aver deciso da sola.

La sindaca sarà sentita il 30 gennaio. E l’inchiesta potrebbe terminare già a fine febbraio con un rinvio a giudizio i primi di marzo. Con lei sotto accusa c’è anche Raffaele Marra in concorso per abuso d’ufficio. Ieri, intanto, a piazzale Clodio, è stato sentito come testimone l’assessore al commercio del Campidoglio, Adriano Meloni, uomo di Davide Casaleggio, e un funzionario dell’amministrazione romana. I magistrati hanno voluto svolgere verifiche e controlli per avere riscontri rispetto a elementi attenenti alla complessa vicenda. Che non sembra essere affatto finita qua e promette di diventare qualcosa di ‘travolgente’ per la giunta stellata di Roma.