Roma, 5 dicembre 2016 - Chi le vuole bene da ieri notte le vorrà ancora più bene. Perché stare accanto a Matteo nel momento di ghiaccio e di emozione dell’annuncio d’addio al Governo è stato durissimo. Eppure Agnese Landini in Renzi, quarant’anni festeggiati da un pugno di giorni durante una cenetta tete a tete, ce l’ha fatta, ha mostrato al mondo la sua emozione, la sua tristezza, il suo rimpianto col viso dell’innocenza e dell’amore, senza lacrime ma col cuore negli occhi. Da moglie, da donna, da mamma.
Come solo certe mogli sanno fare per stare vicine al proprio uomo quando tante altre sarebbero rimaste nell’ombra. Agnese no, lei no, vicina al premier in quell’ora fatale della scelta, addosso un pullover bianco molto quotidiano, composta in quella sua presenza silenziosa eppure tanto potente. Triste, tristissima, ma ferma soprattutto quando lui alla fine le ha poggiato il braccio attorno alla spalle non per proteggerla, ma per farsi proteggere da un affetto immenso e sicuro.
Un gesto d’amore. Gli occhi incollati al viso dell’uomo col quale ha condiviso, sempre da dietro le righe, vent’anni di vita e di corsa al successo. Mantenendo la calma dei forti, la discrezione degli intelligenti. Dalle sezioni di partito a Palazzo Vecchio prima, dalle aule di scuola alle visite di Stato poi. Fino a ieri, col solito passo di prudenza, ma anche di totale partecipazione.
No, Matteo Renzi non è solo, c’è “Agne” con lui, il diminuitivo che usa sempre per chiamarla in privato dai tempi dei primi baci agli scout adesso suonerà più forte nella casa di Pontassieve dove lei è voluta restare a vivere coi tre figli. Per proteggerli, per lasciarli nel luogo del cuore tra i parenti e gli amici, lontani dagli stucchi dorati di Palazzo Chigi, ma vicini alla loro gente. Quante altre giovani mogli non avrebbero preferito la ribalta? Certo, Agnese in questi mille giorni è diventata la First lady d’italia, ha presenziato a cerimonie, stretto mani di imperatori, regine e presidenti, ha cambiato look per motivi di Stato fino al trionfo d’eleganza dell’ultima cena alla Casa Bianca. Senza mai esagerare, sempre un passo dietro al premier, sempre in silenzio, pochissime interviste, nessuna gaffe, molta discrezione. Senza mai perdere la calma e la bussola della mamma, continuando a girare per Firenze con l’utilitaria di famiglia, presentandosi generosa agli eventi benefici di cui era madrina senza mai ostentare boria o presenzialismo.
Starà a lei adesso raccattare i cocci come tante mogli sanno fare, starà a lei infondere la sicurezza di sempre ai suoi tre ragazzi, starà a lei continuare a stare accanto a Matteo con quella grazia e quella forza che in questi mille giorni non l’ha mai abbandonata.