New York, 28 agosto 2015 - La peste bubbonica, un incubo del passato che ritorna. E' allarme negli Stati Uniti: un anziano dello Utah è morto a causa della malattia. È l'ultimo caso di infezione che ha provocato da aprile undici contagi e quattro decessi in Colorado, Arizona, New Mexico, California, Georgia e Oregon. Il timore è che siano i primi segni di una nuova epidemia. L'ultima vittima aveva contratto la peste ai primi di agosto.
La persona, di cui non è stato reso noto né il nome, né il sesso o il luogo di origine, aveva passato tempo di recente in aree rurali. Gli altri morti di peste nel corso dell'anno avevano 16, 52 e 79 anni. Secondo quanto riferito da Charla Haley, del dipartimento statale per la salute, è stata aperta un'inchiesta sulle origini del contagio.
Già a inzio mese era scattato l'allarme al Parco Yosemite, una delle attrazioni naturali più visitate in California, dove a una bambina era stata diagnosticata la malattia ed erano stati trovati diversi scoiattoli contagiati.
La peste bubbonica, molto diffusa in Europa durante il Medioevo, oggi è un evento molto raro e gli esperti non hanno ancora compreso il motivo per cui in questi primi 8 mesi del 2015 si sia registrato un così alto numero di casi. Tra il 2001 e il 2012 negli Stati Uniti sono stati accertati 17 episodi, con una media di circa 1,4 all'anno. Ma da aprile c'è stata una netta impennata dei casi.
La malattia è causata dalla puntura di pulci infette dal batterio Yersinia pestis, a sua volta trasmesso da roditori malati, come scoiattoli e topi. Il periodo di incubazione è di 2-6 giorni e i sintomi sono febbre dolori muscolari, nausea, vomito e dolori addominali, che possono essere facilmente confusi con altre patologie. Il tasso di mortalità per peste bubbonica va dal 66% al 93%, percentuale che scende al 16% se la malattia viene diagnosticata subito e trattata con antibiotici.