Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Chi è Nino Costa, il poeta citato dal Papa

Un poeta piemontese nato nel 1886

Papa Francesco a Torino (Lapresse)

Papa Francesco a Torino (Lapresse)

Torino, 21 giugno 2015  - Nino Costa, poeta piemontese citato da papa Francesco durante l'omelia di oggi in Piazza Vittorio a Torino, nasce nel capoluogo piemontese nel 1886 da madre monferrina e padre canavesano. Studente al liceo classico Cavour, laureato in Lettere e in Medicina Veterinaria, svolge per tutta la vita la professione di bancario presso la Cassa di Risparmio di Torino. Con lo pseudonimo di 'Mamina' pubblica le sue prime poesie sul settimanale dialettale 'Birichin', fondato a fine Ottocento. 

A partire dal 1922 pubblica le sue raccolte di versi in piemontese: Mamina (1922), Sal e Pèiver (1924), Brassabòsch (1928), Fruta madura (1931), Poesie religiose piemontèise* (1934), Ròba nòsta (1938), Tempesta, pubblicato postumo nel (1946). Muore nel 1945, un anno dopo la prematura scomparsa del figlio diciannovenne Mario, ucciso durante un'azione partigiana in Val Chisone.

I versi citati da Bergoglio in italiano, nonostante siano stati scritti in piemontese, sono tratti dalla poesia 'Rassa Nostrana'. Francesco conosce a memoria la lunga poesia, che è il canto dei migranti piemontesi. Ad insegnargliela sono stati i nonni durante l'infanzia a Flores e si racconta che ne conserva una copia nel suo breviario accanto al testamento della nonna. Questo il testo in piemontese: "Drit e sincer, cosa ch'a sun, a smijo/ teste quadre, puls ferm e fìdic san/a parlo poc ma a san cosa ch'a diso/bele ch'a marcio adasi, a van luntan/Sarajé, müradur e sternighin,/minör e campagnin, sarun e fré:/s'aj pias gargarisé quaic buta ed vin,/j'é gnün ch'a-j bagna el nas per travajé". 

La traduzione in italiano: "Dritti e sinceri, sono veramente come assomigliano/ teste quadre, polso fermo e fegato sano./ Parlano poco, ma sanno cosa dicono/E anche se camminano adagio, vanno lontano./ Fabbri, muratori, selciatori,/ minatori e contadini, carradori e fabbri ferrai,/ anche se a loro piace gargarizzare qualche bottiglia di vino,/ non c'è nessuno che li superi nel lavoro".