Giovedì 26 Settembre 2024

Papa Francesco: "Preghiamo per i cristiani perseguitati"

In occasione dell'Angelus Sua Santità ha ricordato i cristiani che "subiscono persecuzioni in nome della fede come Santo Stefano", oggi festeggiato. Infine ai fedeli: "Troppi messaggi di auguri, non posso rispondere a tutti"

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

CdV, 25 dicembre 2015  - "Preghiamo per i cristiani che sono perseguitati, spesso con il segreto vergognoso di tanti". E' il tweet di Papa Francesco inviato a oltre 25 milioni di follower. Santo Stefano, che si festeggia oggi, è il primo martire cristiano.

"Sono purtroppo tantissimi" i cristiani che nel nostro tempo "subiscono persecuzioni in nome della fede come Santo Stefano". Così il Papa all'Angelus, ricordando la figura del primo martire, Santo Stefano, del quale ha sottolineato nella catechesi la capacità di perdonare i suoi assassini proprio come aveva fatto Gesù poco prima di lui. "La Vergine - ha invocato il Pontefice - orienti la nostra preghiera a ricevere e donare il perdono". 

Papa Francesco ha poi ricordato che come cristiani "anche noi nasciamo dal perdono di Dio". "Non solo nel Battesimo, ma ogni volta che siamo perdonati il nostro cuore rinasce, viene rigenerato. Ogni passo in avanti nella vita di fede porta impresso all'inizio il segno della misericordia divina". Secondo Papa Francesco, "solo quando siamo amati possiamo amare a nostra volta". "Ricordiamolo, ci farà bene: se vogliamo avanzare nella fede, prima di tutto - ha esortato rivolto alla folla di piazza San Pietro - occorre ricevere il perdono di Dio; incontrare il Padre, che è pronto a perdonare tutto e sempre, e che proprio perdonando guarisce il cuore e ravviva l'amore". 

Nell'Anno Santo della Misericordia, Papa Francesco ha voluto contestualizzare la sua catechesi sul primo martire su "un aspetto particolare che avvicina Santo Stefano al Signore: il suo perdono prima di morire lapidato". "Inchiodato sulla croce, Gesù aveva detto: 'Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno'; in modo simile Stefano 'piego' le ginocchia e gridò a gran voce: 'Signore, non imputare loro questo peccato'!". "Stefano - ha commentato il Papa nel breve intervento che ha preceduto l'Angelus - è dunque martire, che significa testimone, perché fa come Gesù".

"Che cosa serve perdonare? E' soltanto una buona azione o porta dei risultati?". Secondo il Papa, "proprio nel martirio di Stefano troviamo una risposta" perché questo fatto triste contribuì alla conversione di San Paolo. 

Alla fine il Papa ha ringraziato per gli auguri ricevuti: "In queste settimane ho ricevuto tanti messaggi augurali da Roma e da altre parti. Non mi è possibile rispondere a ciascuno. Pertanto, esprimo oggi a tutti il mio vivo ringraziamento, specialmente per il dono della preghiera".  Oggi in piazza San Pietro c'era più gente che a Natale, anche se i controlli di sicurezza continuano a rallentare notevolmente l'accesso dei fedeli. "Buona festa di Santo Stefano e per favore non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!", ha poi aggiunto rinnovando a tutti "l'augurio che la contemplazione del Bambino Gesù, con accanto Maria e Giuseppe, possa suscitare un atteggiamento di misericordia e di amore vicendevole nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali e religiose, nei movimenti e nelle associazioni, in tutti i fedeli e nelle persone di buona volontà".