New York, 4 aprile 2016 - L'International Consortium of Investigative Journalists (Icij), che ha indagato sui Panama Papers, ha visto la luce a Washington nel 1997, creato dal giornalista Chuck Lewis. Una rete di 190 giornalisti di oltre 65 Paesi che collaborano su temi delicati che travalicano i confini delle prorpie testate e dei singoli stati.
Chuck Lewis, già creatore del Center for Public Integrity*, ha posto come obiettivi di smascherare la corruzione e i crimini transnazionali, i loro responsabili, senza fermarsi davanti al potere. Una rete composta non solo da giornalisti ma da specialisti, esperti informatici, legali, 'fact checker', che assistono i reporter impegnati in tutto il mondo in indagini complesse.
Un consorzio che fa fronte alla crisi del giornalismo d'inchiesta, sempre più affossato da tagli di budget e dalla riduzione di sedi di corrispoondenza all'estero, grazie alla collaborazione tra cronisti.
Quindi esse da parte le rivalità, nell'International Consortium of Investigative Journalists tutti collaborano, fanno sinergia, squadra, raggiungendo risultati altrimenti impossibili da realizzare da soli.
Vanno ricordarti, tra i vari successi ottenuti in quasi 20 anni di attività, la rivelazione di traffici delle multinazionali del tabacco, lo smascheramento di cartelli di ogni tipo per danneggiare a concorrenza, la denuncia dell'uso di sostanze dannose in settori come l'edilizia, il contrasto alla contronarrativa delle lobby che combattono la lotta ai cambiamenti climatici. Al consorzio si devono anche numerose rivelazioni relative alle guerre in Iraq e in Afghanistan.
* Center for Public Integrity: è una organizzazione no-profit di giornalismo investigativo americano, la cui missione dichiarata è rivelare gli abusi di potere, la corruzione e l'inosservanza dei doveri da parte di potenti istituzioni pubbliche e private, al fine di indurle ad operare con onestà, integrità e responsabilità e di mettere al primo posto l'interesse pubblico.