Panama City, 4 aprile 2016 - Milioni di documenti che svelano una rete di conti segreti nei paradisi fiscali di tutto il mondo. Sono i Panama Papers, frutto di un'inchiesta giornalistica internazionale senza precedenti. Le carte top secret arrivano dal Mossack Fonseca, uno studio legale di Panama City che gestisce fino a 300mila conti offshore e riguardano migliaia di società controllate da politici, imprenditori e banche di tutto il mondo.
Dentro ci sono nomi eccellenti, dall'ucraino Petro Poroshenko al re saudita Salman, dal padre del premier britannico David Cameron, al calciatore argentino Messi, fino ad arrivare al primo ministro islandese Sigmund Davio Gunnlaugsson, che ora rischia le elezioni anticipate: 72 i capi di stato citati. Ed è coinvolto anche il presidente russo Vladimir Putin che avrebbe affidato alla Mossack Fonseca 2 miliardi di dollari.
Ad entrare in possesso dei documenti riservati è stato per primo un giornalista della testata tedesca Süddeutsche Zeitung che li ha poi condivisi con centinaia di colleghi in tutto il mondo attraverso il Consortium of investigative Journalists. Dopo un anno di indagini e approfondimenti, tenuti appositamente segreti, emergono i dettagli di quello che si annuncia come il più grosso scandalo della storia.
Al faldone di oltre 2,6 terabyte di dati, ha lavorato anche il settimanale l'Espresso: nei Panama Papers infatti compaiono anche anche nomi italiani, circa un migliaio: imprenditori, calciatori e altri sportivi. Dai potenti chiamati in causa, finora solo silenzi e smentite.