Milano, 27 ottobre 2015 - PROFESSOR Umberto Veronesi, l’Oms ha inserito le carni rosse lavorate tra i cancerogeni certi, quelle non lavorate tra i probabili. «Un passaggio di grande importanza, che non ci coglie di sorpresa. Sappiamo da tempo che esiste un legame causa-effetto tra consumo di carni rosse, soprattutto se lavorate, e tumori del colon. Da oltre vent’anni lo ripeto ai congressi, agli incontri, ai pazienti. E già nel 1987 il Codice europeo contro il cancro – dieci raccomandazioni di prevenzione diffuse dalla Commissione europea per ridurre del 20% la mortalità per cancro in Europa entro l’anno 2000 – riportava al punto 3 l’invito a mangiare più vegetali e cereali, al 4 la raccomandazione di limitare il consumo dei grassi contenuti principalmente nella carne».
E ora la conferma? «Lo studio dello Iarc non fa che confermare la nostra conoscenza, unendo e analizzando i risultati di numerosi studi epidemiologici che andavano in questa direzione».
Una fetta di salame è pericolosa come una sigaretta? «Credo che dovremmo stare attenti a fare questi accostamenti. Se da un lato è provata la cancerosità di un eccessivo consumo di carne, la discussione sulle quantità che lo rendono pericoloso è aperta. Numerosi medici e ricercatori sono impegnati in queste ore a evitare che si diffondano allarmismi che spingano a concludere che una singola fetta di salame possa essere causa diretta di un tumore al colon. L’invito è piuttosto a una riduzione progressiva del consumo di insaccati e carne rossa, a favore di un aumento del consumo di pesce, verdura, frutta, cereali, grassi di origine vegetale».
Tradotto nella vita quotidiana? «L’indicazione dello Iarc di fatto ci dice di prediligere una dieta a base di pesce, cereali, verdura, frutta, e ridurre quanto più possibile il consumo di insaccati, soprattutto, e di carne rossa. Che poi, tradotto in una formula concreta, significa orientarsi verso una dieta mediterranea, lo stile alimentare che ha dimostrato di proteggere al meglio la nostra salute».
Lei è vegetariano per scelta etica. Sarebbe consigliabile per la salute evitare del tutto la carne? «Il mio consiglio da vegetariano da oltre vent’anni è di eliminare del tutto il consumo di carne, e questo per motivi etici e filosofici. Il mio mondo ideale è un mondo in cui non si uccidono gli animali per ingoiarli e dunque in cui il consumo di carne è zero. Primo perché amo gli animali; secondo perché il consumo di carne non è ‘sostenibile’ per il pianeta«.
Si riferisce al consumo delle risorse? «Per ottenere un chilo di carne da consumare occorrono 15mila litri d’acqua, meno di mille invece per un chilo di cereali. L’acqua è una risorsa scarsa e lo sarà sempre più in futuro, a fronte di un aumento costante della popolazione mondiale. Tengo però a sottolineare che la notizia sulla cancerogenicità della carne non dovrebbe essere letta come la ‘vittoria’ dei vegetariani contro i carnivori, ma come un passo avanti della ricerca. Il maggior problema nel trattare l’‘emergenza cancro’, infatti, è riuscire a identificare tutte le cause della malattia. Di fronte a una nuova, ulteriore causa, non ci dovrebbero essere polemiche. Dovremmo, piuttosto, considerarne l’impatto scientifico ai fini della futura eliminazione della malattia».