A oggi non esistono prove che su Marte ci siano forme vita, ma uno studio pubblicato sulla rivista Extremophiles suggerisce che le probabilità di trovarle non sono poi così remote. Secondo l'equipe dell'Università statale Lomonosov di Mosca alcuni microrganismi sarebbero in grado di resistere alle condizioni estreme imposte dal Pianeta Rosso, riuscendo a sopravvivere fino a 20 milioni di anni.
TRA I GHIACCI DEL PERMAFROST
I ricercatori si sono spinti nelle terre più settentrionali della Russia, per scavare nel permafrost della regione artica, dove tra i cristalli di neve del suolo congelato si nascondono microbi capaci di trasformare la materia organica in metano. Questi microrganismi conducono la loro esistenza in un ambiente inospitale, contraddistinto tra le altre cose da temperature molto rigide e pressioni elevate.
APOCALISSE MARZIANA
I campioni microbici estratti dal permafrost sono stati messi all'interno di camere apparecchiate ad hoc per simulare i parametri presenti sulla superficie marziana, radiazioni cosmiche incluse. La combinazione di fattori sfavorevoli (tra cui temperature fino a -125°C) ha decimato alcune popolazioni batteriche, ma non è stata sufficiente a distruggerle del tutto.
BATTERI HIGHLANDER
A distinguersi per tenacia sono stati soprattutto gli Arthrobacter, un genere di batteri che vivono comunemente nel suolo. Alcuni di questi microbi hanno evidenziato una naturale propensione ad allestire dei meccanismi difensivi contro i raggi gamma, riuscendo anche a moltiplicarsi e proliferare nonostante gelo e radiazioni.
NASCOSTI NEL SOTTOSUOLO MARZIANO
Sulla base dei dati raccolti, la squadra ritiene ragionevole ipotizzare che tali microrganismi possano sopravvivere per circa 2 milioni di anni sulla superficie di Marte, oltre 3 milioni di anni nei primi strati del suolo e almeno 20 milioni di anni a una profondità di cinque metri. La longevità è influenzata dall'esposizione alla radiazioni: meno ne ricevono, più a lungo vivono.
C'È VITA SU MARTE?
Ovviamente i risultati dello studio non forniscono alcuna certezza sul fatto che ci sia effettivamente vita sul Pianeta Rosso (e che quindi il rover Curiosity non stia vagando tutto solo). Tuttavia la conferma che i batteri riescono a vivere pressoché ovunque alimenta le speranze che prima o poi l'uomo possa scoprire che la Terra non è l'unico corpo celeste abitato del nostro Sistema Solare.
MagazineSu Marte la vita può resistere "anche 20 milioni di anni"