Martedì 3 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Tra le Ande c'è un gigantesco lago nascosto sotto un vulcano

Un team di ricercatori ha individuato un enorme lago sotterraneo, che potrebbe aiutarci a capire meglio alcuni aspetti dell'attività vulcanica

Il vulcano Uturuncu, in Bolivia (Foto: Michael Sayles/Alamy)

Il vulcano Uturuncu, in Bolivia (Foto: Michael Sayles/Alamy)

In Bolivia un team internazionale di ricercatori ha scoperto un gigantesco serbatoio idrico nascosto sotto il vulcano dormiente Uturuncu. Il bacino contiene un volume d'acqua paragonabile a quello del Lago Superiore, uno dei Grandi Laghi del Nordamerica, nonché il secondo al mondo per superficie dopo il mar Caspio (la cui acqua è però salata). LE COORDINATE GEOGRAFICHE L'Uturuncu è un vulcano quasi del tutto spento, situato nella catena delle Ande. Alto poco più di 6mila metri, era al centro di un'indagine coordinata dall'Università di Bristol, che è giunta alla scoperta seguendo un'anomalia riscontrata all'interno della massa rocciosa. C'È ACQUA SOTTO IL VULCANO Le ricerche e le verifiche in laboratorio hanno svelato la presenza di un lago a 15 chilometri di profondità, che secondo le stime accoglie 1,5 milioni di chilometri cubi d'acqua, quanto i più grandi bacini che si possono incontrare sulla superficie terrestre. Tuttavia, a differenza di questi, il corpo magmatico dell'Altiplano-Puna (questo il nome dell'anomalia) ha una temperatura di 1000 gradi centigradi e contiene anche roccia fusa. LE FINALITÀ DELLO STUDIO La presenza di acqua comporta un rallentamento delle onde sismiche e un aumento della conducibilità elettrica, fenomeni riscontrati anche nella zona vulcanica di Taupo, in Nuova Zelanda, e in corrispondenza del Monte Sant'Elena, un vulcano attivo nello Stato di Washington. I ricercatori vogliono ora verificare se anche lì si celano dei laghi sotterranei: l'obiettivo finale è comprendere in che modo i serbatoi d'acqua influenzano le eruzioni, e più in generale quale sia il loro ruolo esatto nella formazione della crosta terrestre. I risultati dello studio sono consultabili sulla rivista Earth and Planetary Science Letters.