Venerdì 11 Ottobre 2024

Totò, laurea ad honorem a 50 anni dalla morte

Napoli, il titolo accademico conferito dall'Università Federico II su proposta di Renzo Arbore, grande estimatore del principe Antonio De Curtis

Antonio De Curtis, il grande Totò (Ansa)

Antonio De Curtis, il grande Totò (Ansa)

Napoli, 5 aprile 2017 - A una manciata di giorni dal 50esimo della morte (il 15 aprile), Totò diventa dottore. Parafrasando una sua celebre frase, Antonio De Curtis ha preso la 'laura'. In 'Totò, Peppino e la malafemmina' lui la spiegava così: "Perché il giovanotto è studente che studia, che si deve prendere una 'Laura'". E oggi l'Università di Napoli Federico II ha deciso che lui, Totò, ha studiato a sufficienza per diventare dottore in Discipline dello spettacolo e gli ha conferito una laurea honoris causa alla memoria.

Finora poteva vantare solo titoli nobiliari, perché "signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui":

Ora un suo grande estimatore, Renzo Arbore, ha proposto all'ateneo di conferirgli la laurea, spiegando che Totò "ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell'umorismo".  Nel corso della sua laudatio accademica, Arbore ha ripercorso le tappe della carriera di Totò, la fortuna postuma e i mancati riconoscimenti della critica in vita, la sua figura di artista. "Ha unito il Paese quando c'erano spinte a dividere - ha affermato Arbore - ci ha consolato dopo il dramma della Seconda guerra. Ha consolato il ricco e il povero, il Nord e il Sud".

Ecco perché, per Arbore, Totò è stato "un rivoluzionario che faceva la rivoluzione della bontà". In vita aveva goduto di scarso appeal presso quelli che il ministro per la Cultura, Dario Franceschini, ha definito "i soloni della critica" e che il governatore campano Vincenzo De Luca ha chiamato "radical-chic". "I riconoscimenti sono arrivati a furor di popolo", ha sottolineato Franceschini,  che si è detto "innamorato di Totò", per una passione "tramandatagli dal padre e che ho trasmesso alle mie figlie".

Negli anni sono stati moltissimi i suoi estimatori importanti. A cominciare da Alberto Sordi che, ricorda Arbore, "diceva di Totò: lui non è come noi, lui è straordinario, un miracolo". E naturalmente c'è Pier Paolo Pasolini, con il quale il principe della risata ha lavorato nel'66 sul set di 'Uccellacci e uccellini'. E ancora Mario Monicelli: Arbore ha raccontato che mentre girava 'Totò e Carolina', il regista "lasciava la camera da presa e diceva: 'Fate voi'".

La nipote di Totò, Elena Anticoli De Curtis, nel ricevere la laurea conferita a suo nonno si è commossa: "Questa 'Laura', come direbbe lui, è una rivincita, un riconoscimento per mio nonno - ha detto - Gli viene restituita un po' di quella gioia che da mezzo secolo lui regala a noi".

Per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris "Totò si sarebbe fatto una risata, per come è fatto lui" e fa sapere che "manca poco per il Museo dedicato a lui". Il governatore De Luca puntualizza che la laurea a Totò "è un  gesto doveroso che si aggiunge alle iniziative della Regione e della Rai". Infine il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, ha parlato di Totò come "uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo comico, teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante".