Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Il tè verde può curare i denti sensibili

Un gruppo di ricercatori cinesi ha creato un biomateriale con al suo interno una sostanza estratta dal tè verde. Secondo i primi test, tale composto potrebbe aiutare a curare i denti sensibili

Una sostanza del tè verde curerebbe i denti sensibili - Foto: iStock / KMNPhoto

Una sostanza del tè verde curerebbe i denti sensibili - Foto: iStock / KMNPhoto

Aiuta a dimagrire, fa bene alla pressione e alla circolazione sanguigna ed è un antibatterico. Non solo: il tè verde ma potrebbe anche curare le persone che soffrono di denti sensibili. Lo rivela una ricerca dell’Università di Wuhan in Cina, che si è focalizzata sulle proprietà di un particolare polifenolo contenuto nelle sue foglie. EPIGALLOTECHINA-3-GALLATO Il tè verde, sotto forma di bevanda (sia fredda che calda), può provocare un enorme fastidio a chi soffre di sensibilità ai denti, problema che consiste nell’esposizione della parte più morbida degli organi della masticazione. Un polifenolo al suo interno, chiamato epigallocatechina-3-gallato (EGCG), potrebbe però curare i denti sensibili anche a livello batterico: è stata questa la prima parte della scoperta dei ricercatori cinesi, che hanno avuto l’intuizione grazie ai risultati di studi precedenti. Secondo tali ricerche, infatti, la sostanza estratta dalle foglie di Camellia sinensis aiuta a eliminare lo Streptococcus mutans, un microrganismo che provoca le carie quando si deposita sullo smalto. UN NUOVO BIOMATERIALE I denti sensibili si curano generalmente tramite l’otturazione delle piccole aperture, applicando un composto chiamato idrossiapatite. Questo, però, presenterebbe delle pecche per quanto riguarda la protezione dai batteri, favorendo anche la comparsa delle carie. Gli scienziati, quindi, hanno provato a usare lo stesso materiale, ma con al suo interno una buona dose di epigallocatechina-3-gallato. RISULTATI INCORAGGIANTI I primi test, effettuati su denti del giudizio estratti precedentemente ad altri pazienti, si sono conclusi con successo. Quando è stato applicato sulla zona dello smalto più sensibile, il biomateriale ha infatti rilasciato l’epigallocatechina-3-gallato per circa 96 ore ininterrotte. Il dente, di conseguenza, si è mostrato più resistente all’erosione e protetto dai danni dei batteri come lo streptococco. Il prossimo passo della ricerca sarà verificare l’efficacia di questo composto esclusivamente per la cura delle carie. Leggi anche: -Creare del cibo in polvere con l'elettricità -Dal Giappone arriva il gelato che non si scioglie -Come si diventa un ufficiale di protezione planetaria della Nasa?