Lunedì 23 Dicembre 2024

Shining torna in sala, ecco perché riguardarlo

Adattamento del romanzo omonimo di Stephen King, 'Shining' è uno dei film più famosi e incensati di Stanley Kubrick, anche se all'inizio fu un mezzo flop

Una scena del film 'Shining' – Foto: Warner Bros

Martedì 31 ottobre, mercoledì 1 e giovedì 2 novembre torna nelle sale cinematografiche italiane 'Shining' di Stanley Kubrick (1980), una pietra miliare per il genere horror. Ecco alcune curiosità e un paio di valide ragioni per (ri)vederlo su grande schermo. SHINING: STANLEY KUBRICK E STEPHEN KING La nuova distribuzione nelle sale cade nel quarantennale dalla pubblicazione del romanzo 'Shining', scritto da Stephen King e uscito appunto nel 1977. La cosa curiosa è che il film è considerato uno dei migliori di Kubrick, ma King non lo ha mai amato particolarmente. Del resto, per lui era un libro molto personale, che parlava anche dei suoi problemi di alcolismo, mentre Kubrick l'ha adattato facendone qualcosa di molto diverso e di altrettanto personale. LA STEADYCAM Sul set di 'Shining', Stanley Kubrick fu uno dei primi a utilizzare un nuovo tipo di ripresa, quella con la steadycam. Funziona così: immagina una sorta di imbragatura che viene indossata dall'operatore incaricato di tenere in mano la cinepresa. In questo caso, l'imbragatura è composta da una serie di contrappesi che bilanciano la cinepresa indipendentemente dai movimenti del corpo: così l'operatore può camminare, ma anche correre o di saltare, evitando che la ripresa risulti mossa: ciò che vediamo alla fine è un movimento fluido e continuo. Kubrick decise di utilizzare la steadycam per enfatizzare l'idea che qualcosa di strano e innaturale caratterizza l'Overlook Hotel in cui è ambientata la vicenda. BLADE RUNNER Quando a Ridley Scott venne chiesto di aggiungere al film 'Blade Runner' (1982) l'epilogo in cui il protagonista Harrison Ford guida in un ambiente naturale lussureggiante, i produttori di Warner Bros. gli consentirono di utilizzare le riprese aeree effettuate da Kubrick proprio per 'Shining'. Ovviamente, solo quelle che non erano state inserite in quest'ultimo film. CAPOLAVORO? SOLO DOPO 'Shining' uscì nelle sale statunitensi il 23 maggio 1980 e inizialmente l'accoglienza del pubblico e della critica fu fredda. Il New York Times criticò la mancanza di ritmo e di chiarezza, pur apprezzando l'interpretazione di Jack Nicholson, mentre Variety sentenziò che Kubrick aveva sperperato le potenzialità del romanzo di Stephen King, “distruggendo tutto ciò che c'era di genuinamente terrificante”. Lentamente, le cose cambiarono: durante l'estate (all'epoca i film restavano in sala più a lungo) gli spettatori iniziarono a riempire i cinema, mentre per una piena rivalutazione da parte della critica fu necessario attendere la seconda metà degli anni Ottanta. PERCHÉ (RI)VEDERLO? Al di là dell'apprezzamento per le interpretazioni dei protagonisti, che è fuori di dubbio, una valida ragione per (ri)vedere 'Shining' è che offre un esempio magistrale di un effetto estremamente difficile da ottenere e che nutre l'anima horror del film: Kubrick evoca cioè un senso di claustrofobia pur muovendosi all'interno di ambienti vasti. È più semplice girare scene claustrofobiche rinchiudendo i personaggi in uno sgabuzzino: farlo con saloni da decine di metri quadrati è prerogativa dei grandi. Ulteriore ragione di lode è la capacità di lasciare gli elementi soprannaturali al di fuori della piena comprensione da parte degli spettatori, senza però renderli così imperscrutabili da risultare irrilevanti o confusionari per la trama. IL TRAILER DI SHINING Leggi anche: - Che fine ha fatto il bambino di Shining? - Morte di Kennedy, 3 libri per saperne di più - Twin Peaks: la stagione 4 si fa, ma con calma