Tra le complesse questioni sollevate dalla Brexit c'è anche quella relativa all'industria cinematografica britannica: il rischio è che in futuro non si possano più produrre film come 'The Millionaire', 'Il discorso del Re' e 'Io, Daniel Blake'. A lanciare l'allarme sono i produttori Zygi Kamasa e Amanda Nevill, attraverso le colonne del quotidiano The Guardian. Vale la pena di ascoltare ciò che hanno da dire.
IL PROBLEMA DELLA BREXIT
Intanto, chiariamo di chi stiamo parlando: Amanda Nevill è l'amministratrice delegata del British Film Institute (BIF), mentre Zygi Kamasa è l'amministratore delegato della divisione inglese ed europea di Lionsgate (che tra le altre cose ha coprodotto 'La La Land' e la serie di 'Hunger Games'). Entrambi danno voce a una preoccupazione che riguarda l'intera industria cinematografica britannica: che le trattative successive alla Brexit trascurino la produzione di film.
IL PROGRAMMA CREATIVE EUROPE
Prima che fosse votata l'uscita dall'Europa, infatti, i film inglesi potevano godere dei fondi erogati dal programma Creative Europe, che per esempio ha fornito poco meno di un milione di euro a Ken Loach per realizzare 'Io, Daniel Blake' (2016), un milione di euro a Matthew Warchus per girare 'Pride' (2014) e una cifra simile a Danny Boyle per 'The Millionaire' (2008) e a Tom Hooper per 'Il discorso del Re' (2010). In tutti i casi, stiamo parlando di pellicole che hanno convinto pubblico e critica, oltre al fatto che 'Io, Daniel Blake' ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes, cioè il massimo riconoscimento del festival cinematografico più importante al mondo, mentre 'The Millionaire' ha vinto otto Oscar e 'Il discorso del Re' quattro
AL DI LÀ DELLA BREXIT
La capacità di raccogliere finanziamenti da più fonti, comprese quelle europee, è sempre più una questione vitale, per il cinema. Come sottolineato da Zygi Kamasa, il mercato si sta adattando al fatto che gli spettatori calano perché tendono a privilegiare la visione domestica. Da questo punto di vista, la risposta vincente sembra essere quella adottata da Hollywood: produrre meno film in modo da concentrare budget faraonici su progetti ad altissimo contenuto spettacolare, che possa giustificare la visione in sala. Ad esempio le pellicole sui supereroi o quelle di 'Star Wars', che arrivano a costare anche 250 milioni di dollari l'una. Insomma, i finanziamenti europei da soli non bastano, ma rappresentano comunque un contributo importante nella corsa a racimolare grosse quantità di denaro da reinvestire in produzioni ambiziose.
COSA FARE?
Brexit o non Brexit, è chiaro che l'industria cinematografica mondiale, non solo quella britannica, è sempre più pressata dalla concorrenza della televisione, soprattutto da quando è esploso il fenomeno delle serie TV di qualità, capaci di attirare e valorizzare talenti precedentemente impegnati solo su grande schermo. È però vero quanto sostiene Zygi Kamasa: “Temo che non riusciremo più a produrre film come 'The Millionaire' o 'Il discorso del Re' e questa sarebbe una perdita enorme dal punto di vista culturale ed economico e una altrettanto grossa perdita di abilità e talenti creativi”.
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Domenica 22 Dicembre 2024
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