Sabato 23 Novembre 2024
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La storia del cane condannato all'ergastolo per omicidio

Assieme ad Al Capone, un cane di nome Pep è uno dei carcerati più famosi dell'Eastern State Penitentiary di Filadelfia, dove è stato rinchiuso per aver ucciso un gatto

Foto: LucianoBibulich/iStock

Foto: LucianoBibulich/iStock

Uno degli aneddoti preferiti dai visitatori dell'Eastern State Penitentiary di Filadelfia, che è stato un penitenziario fino al 1971 e ora è un'attrazione turistica, riguarda un prigioniero degli anni Venti: matricola C2559 e condannato all'ergastolo per omicidio, pur essendo innocente. Si trattava di un cane di nome Pep, di razza Labrador Retriever e di colore nero. L'EASTERN STATE PENITENTIARY La prigione di Filadelfia è considerato l'edificio pubblico più grande e costoso nella storia degli Stati Uniti. Ha ospitato carcerati famosi come il gangster Al Capone e il rapinatore di banche Willie Sutton, ma è stato anche il teatro di un esperimento per tentare di trasformarla non solamente in un luogo di detenzione, ma anche di riabilitazione. Ed è qui che entra in scena il cane Pep. LA CONDANNA PER OMICIDIO L'allora governatore della Pennsylvania, Gifford Pinchot, si convinse (a ragione) che l'isolamento forzato dei prigionieri, cioè il metodo più utilizzato all'epoca per riabilitarli, non fosse efficace. Siccome la famiglia Pinchot allevava Labrador, l'idea fu di fare un tentativo in direzione di quella che sarebbe poi diventata una pratica comune, la cosiddetta dog therapy. Il candidato, Pep, fu regalato all'Eastern State Penitentiary e a mo' di scherzo il governatore disse di averlo condannato all'ergastolo per aver ucciso il gatto di sua moglie. FAKE NEWS La cosa curiosa è che alcuni media presero la storia dell'ergastolo come una notizia vera e ne approfittarono per scagliarsi contro il governatore Pinchot: il Boston Daily Globe, ad esempio, fu particolarmente tagliante perché di fede politica opposta a quella di Pinchot (che era repubblicano). LA DOG THERAPY Dal canto suo, Pep fu sì costretto a vivere all'interno della prigione, ma poté muoversi liberamente all'interno di essa e fare visita ai numerosi carcerati. Secondo alcuni studiosi, proprio la sua storia ha giocato un ruolo importante nella modifica dei protocolli carcerari statunitensi, che oggi utilizzano i cani per aiutare i prigionieri a sviluppare empatia, senso di responsabilità e disciplina, ad esempio chiedendo loro di addestrare un animale a sedersi, sdraiarsi o rotolarsi a comando. Secondo un articolo pubblicato qualche tempo fa sul Pontiac Tribune, coloro che hanno addestrato un cane hanno poi evidenziato un abbattimento del rischio di tornare a delinquere una volta rilasciati, che è passato da una media del 50% a una media del 12%. Leggi anche: - Grazie a Harry Potter, JK Rowling è la più ricca al mondo - Eclissi solare 2017, Airbnb lancia un concorso per vederla da un jet privato - Più di 9 italiani su 10 controllano lo smartphone alla guida