Giovedì 2 Maggio 2024

’Il nome della rosa’ arriva alla Scala L’opera commissionata a Filidei

di Grazia Lissi

Un medioevo cupo e affascinante, una figura potente e indimenticabile: Guglielmo da Baskerville, anziano francescano alla ricerca della verità. Il nome della rosa, il bestseller di Umberto Eco uscito nel 1980, è ancora oggi uno dei libri italiani più letti al mondo, nella classifica letteraria di Le Monde "è fra i cento libri che si devono leggere". Il Teatro alla Scala insieme all’Opéra National de Paris ha commissionato al compositore Francesco Filidei una nuova opera tratta dal romanzo; la prima assoluta, con la direzione di Ingo Metzmacher, la regia di Damiano Michieletto, e Kate Lindsay e Lucas Meachem nelle parti di Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville, è prevista al Piermarini per la stagione 20242025; lo spettacolo sarà coprodotto dalla Scala con l’Opéra e con il Teatro Carlo Felice di Genova.

"Intraprendere una nuova opera è un’avventura, un’emozione particolare" racconta Dominique Meyer, sovrintendente e direttore artistico della Scala. "Questo progetto è iniziato nel 2020, è un soggetto importante, corposo, richiede la presenza di cori. Per questo abbiamo bisogno di avere con grande anticipo la partitura perché il coro possa imparare. Abbiamo un ottimo direttore d’orchestra e un ottimo regista, adesso stiamo cercando voci eccellenti. Quest’opera ci riporta ai tempi gloriosi del Teatro alla Scala, quando si scrivevano due versioni: quest’opera sarà rappresentata in francese e italiano".

Terza opera del compositore pisano dopo Giordano Bruno, su libretto italiano di Stefano Busellato presentato al Piccolo Teatro, e L’inondation, andato in scena all’Opera Comique su libretto francese di Joël Pommerat, questa volta Filidei è impegnato nelle due versioni con Stefano Busellato e Pierre Senges oltre che con i drammaturghi Hannah Dübgen e Carlo Pernigotti.

André Comploi, coordinatore artistico del Teatro alla Scala, continua: "Durante la pandemia abbiamo deciso di commissionare una nuova opera e subito abbiamo pensato a Filidei: vive fra Pisa e Parigi, insegna composizione, ha vinto premi importantissimi e la sua musica è eseguita nei maggiori festival di musica contemporanea".

Conclude Francesco Filidei: "L’impresa è mastodontica, prima ho bruciato Giordano Bruno, poi sono finito nell’inferno dantesco, un altro rogo è venuto da sé per chiudere il cerchio. Il fuoco, la distruzione, sono materiali necessari per un compositore".

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