Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Il gene che potrebbe salvare la barriera corallina

In Australia alcune alghe che vivono in simbiosi con i coralli possiedono un pool di geni che prevengono il fenomeno dello sbiancamento. Potrebbero aiutare a proteggere le barriere dal global warming.

Veduta aerea della Grande barriera corallina, in Australia (Arterra Picture Library/Alamy)

Veduta aerea della Grande barriera corallina, in Australia (Arterra Picture Library/Alamy)

Un gruppo di ricercatori della UNSW (University of New South Wales, in Australia) ha fatto una scoperta che potrebbe favorire la salvaguardia delle barriere coralline. Nel DNA di alcune alghe unicellulari, gli scienziati hanno individuato dei geni che consentirebbero ai reef di resistere all'innalzamento delle temperature oceaniche, prevenendo in tal modo il fenomeno dello sbiancamento dei coralli.
SBIANCAMENTO DEI CORALLI: DI COSA SI TRATTA
Le alghe fotosintetiche che vivono all'interno dei reef sono responsabili del colore caratteristico di ogni specie di corallo. Il rapporto simbiotico offre vantaggi a entrambi: le alghe hanno una superficie calcarea da colonizzare, mentre i coralli ricevono in cambio la maggior parte dei nutrimenti di cui necessitano. L'innalzamento della temperatura dei mari, causato dal global warming, spinge le alghe a produrre tossine: quando questo accade il corallo espelle i suoi ospiti per arginare il danno, diventando però al tempo stesso più vulnerabile.
Se l'acqua non si raffredda l'alga non può infatti tornare a casa, inducendo il corallo a morire di fame. L'effetto più tangibile di questo stato di stress è la perdita di colore della struttura calcarea, che diventa completamente bianca (da cui il nome del fenomeno: sbiancamento)
MECCANISMO DI DIFESA
Lo studio della UNSW si è concentrato soprattutto sulle alghe del genere Symbiodinium, che come spiega il ricercatore Rachel Levin forniscono ai coralli tropicali "oltre il 90% del loro cibo". Mettendo a confronto dei campioni di alghe provenienti da due zone distinte della Grande barriera corallina, una più calda e una caratterizzata da temperature più fresche, il team è riuscito a individuare dei geni anti calore
In pratica, quando le acque si riscaldano troppo, si attivano delle sequenze specifiche di DNA, che danno il via a una catena di eventi finalizzati alla neutralizzazione delle sostanze tossiche. Di conseguenza sia l'alga che il corallo rimangono al sicuro. "Per la prima volta", dice Levin, "abbiamo individuato il meccanismo che spiega perché alcune alghe siano in grado di sopportare temperature più elevate, evitando così lo sbiancamento".
CORSA CONTRO IL TEMPO
Non è ancora chiaro come questo processo naturale possa essere sfruttato su scala globale per evitare la perdita progressiva dei coralli. Gli scienziati proveranno a capirlo attraverso nuovi studi, consapevoli che quella da fronteggiare è ormai una sfida con le ore contate. Se non ci sarà una inversione di tendenza (molto improbabile), il riscaldamento degli oceani potrebbe portare alla totale scomparsa delle barriere coralline entro il 2050.
I dettagli della ricerca consultabili sulla rivista Molecular Biology and Evolution.

LINK RICERCA: http://mbe.oxfordjournals.org/content/early/2016/06/11/molbev.msw119.full.pdf+html