Che il mercato dei dischi in vinile stesse conoscendo un aumento esponenziale è un fatto ormai assodato da qualche tempo. La novità è che il trend è talmente positivo da aver spinto Sony Music ad aprire una propria fabbrica per venire incontro alle richieste.
I NUMERI
Nel 2016, grazie a una crescita del 53% rispetto all'anno precedente, la vendita globale di vinili ha generato un giro d'affari superiore a quello dei download digitali. Era dal 1991 che i dischi non vendevano così tanto. A trascinare il fenomeno sono stati gli album di David Bowie, recentemente scomparso, ma anche un generale interesse per il genere rock, pop e alternative (quelli che secondo alcuni analisti alimentano la vinil-mania).
PERCHÉ STA SUCCEDENDO?
Apparentemente il mercato si è allargato: non riguarda più solamente i vecchi nostalgici o i cultori del suono perfetto, ma anche le nuove generazioni. Si spiegherebbe così il calo di vendite dei CD: insomma, i giovani scoprirebbero la musica soprattutto in Rete, un po' come i loro genitori e nonni la scoprivano in radio, e si procurerebbero copie fisiche di ciò che li ha più colpiti, prediligendo i supporti che a parità di impianto stereo garantiscono una migliore resa. Cioè, appunto, i vinili.
LA MOSSA DI SONY MUSIC
Forte di questi dati, la divisione giapponese di Sony Music ha annunciato l'apertura a marzo 2018 di una fabbrica dove stampare gli album dei propri artisti. Così facendo, riprenderà una tradizione abbandonata nel 1989, quando l'avvento dei CD spostò gli equilibri di mercato e vennero chiusi gli impianti allora in funzione. La ragione è semplice: in Giappone, negli ultimi quattro anni il trend dei dischi è stato particolarmente felice e di conseguenza l'unico produttore presente sul territorio nazionale ha incontrato crescenti difficoltà nel venire incontro alla richiesta degli acquirenti. Per il momento, il grosso dei vinili stampati nella nuova sede di Sony saranno destinati al mercato locale. Anche in Europa, però, stiamo assistendo a una dinamica simile.
LA SITUAZIONE EUROPEA
In Europa la maggior parte delle etichette, le grandi come le indipendenti, fa riferimento a due soli impianti: uno in Repubblica Ceca (GZ media), l'altro nei Paesi Bassi (Record Industry). Insieme, sono in grado di sfornare qualcosa come 100mila vinili al giorno, che sembrano tanti ma che in realtà iniziano a non bastare per venire incontro all'appetito degli audiofili. Secondo un'indagine pubblicata sul Guardian, la sola Record Industry stamperà nel 2017 undici milioni di dischi, un numero doppio rispetto a quello del 2014: il 60% saranno ristampe di vecchi album. Insomma, non è escluso che Sony apra anche in Europa un nuovo impianto. Ed è probabile che altre etichette possano seguirne l'esempio.
MagazineDischi in vinile: tutti li vogliono, non ce ne sono abbastanza