Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

C'era una cavalletta nascosta in un quadro di van Gogh

Per più di un secolo il corpo di un piccolo insetto morto è rimasto intrappolato nel quadro degli ulivi del pittore olandese, senza che nessuno se ne accorgesse

Dettaglio del quadro (Foto: Nelson-Atkins Museum of Art)

Dettaglio del quadro (Foto: Nelson-Atkins Museum of Art)

È passata inosservata per oltre un secolo, nascosta tra i colpi di pennello di Vincent van Gogh. L'intrusa non è altro che una cavalletta, rimasta intrappolata nel quadro "Ulivi", dipinto dal pittore olandese nel 1889 e attualmente conservata presso il Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City. GLI ULIVI DI VAN GOGH In realtà non si tratta di un solo quadro, ma di una serie di 18 tele dedicate agli ulivi, che van Gogh realizzò a St. Rémy-de-Provence, in Francia, dal maggio 1889 al maggio 1890, durante il periodo in cui soggiornò volontariamente nel locale ospedale psichiatrico. Le opere, frutto di un lavoro en plein air, sono attualmente nella mani di collezionisti privati o esposte in alcuni dei musei più famosi al mondo, tra cui anche il MoMA di New York. NASCOSTA TRA GLI ALBERI A svelare il segreto è stata la restauratrice Mary Schafer, che analizzando nel dettaglio il dipinto in possesso del Nelson-Atkins Museum, ha individuato i resti dell'insetto morto in mezzo allo strato di vernice. Le dimensioni millimetriche hanno permesso alla cavalletta di "riposare" tra gli ulivi per 128 anni, senza venire mai notata da esperti e visitatori. PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO O INVERNO? Schafer ha sottolineato che "Non è insolito trovare insetti o materiale vegetale in un quadro che è stato completato all'aperto. Tuttavia eravamo curiosi di capire se la cavalletta ci avrebbe consentito di identificare la stagione in cui è stato realizzato questo dipinto". In realtà, le indagini successive hanno dimostrato che probabilmente lo sfortunato animale morì prima ancora di rimanere bloccato tra i colori a olio, aggiungendo però poco altro sull'esatta datazione dell'opera. "Possiamo comunque parlare in modo divertente della cavalletta con i visitatori", ha aggiunto Schafer, "e usarla per spiegare lo stile di pittura di van Gogh in quell'epoca".