Londra, 14 giugno 2017 - E poi uno si lamenta del proprio marito... «Brian Jones non reggeva gli acidi ed era tormentato dagli incubi. Keith Richards dormiva tutto il giorno. Uscivo per conto mio per andare a vedere i Pink Floyd o Jimi Hendrix: non avrei potuto farlo perché tutte le rockstar sono maschi sciovinisti e non accettavano tradimenti artistici». Così Anita Pallenberg, qualche tempo fa, raccontava la sua vita sopra le righe tra eccessi e tanta ironia. Scomparsa ieri, all’età di 73 anni, la Pallenberg è stata attrice, modella, stilista ma soprattutto è stata una grande musa rock. La musa dei Rolling Stones.
«Sono una vagabonda, un’avventuriera. Non ho un talento specifico. Magari lo avessi avuto» diceva di se stessa. Nata il 6 aprile 1944 da un agente del turismo italiano, Arnoldo Pallenberg, e dalla segretaria tedesca Paula Wiederhold, l’icona di stile degli anni Sessanta, è nota soprattutto per le sue tormentate storie sentimentali. In particolare quelle con i membri dei Rolling Stones.
Nel 1965 conobbe Jones, l’allora leader della band, durante il concerto di Monaco di Baviera, dove lei lavorava come modella. «Non erano ancora famosi, non avevano scritto “Satisfaction”. Brian parlava tedesco ed era molto colto». La storia andò avanti due anni, poi la Pallenberg lo lasciò per il chitarrista Richards: 15 anni insieme tra droghe e alcol e tre figli: Marlon Leon Sundeep, Dandelion Angela - a cui è dedicata la canzone “Angie”, scritta da Richards prima della nascita della secondogenita - e Tara Jo Jo Gunne, morto poche settimane dopo il parto per problemi di salute. La Pallenberg ha avuto anche una breve relazione con Mick Jagger durante le riprese del film “Sadismo”, che lei però ha sempre smentito. Ha recitato in “Barbarella” con Jane Fonda, per la regia di Roger Vadim. «Facevamo una sola ripresa al giorno. Era così noioso aspettare, probabilmente mi sono data alle droghe per quello» ha raccontato la bionda italo-tedesca per spiegare la sua dipendenza da quello che lei ha chiamato «il grande amore della vita». Sempre per il cinema, affiancò Michel Piccoli in “Dillinger è morto” (1969) dell’italiano Marco Ferreri.
Nella Londra hippy degli anni Settanta, la Pallenberg se ne andava in giro con un’altra musa del rock, l’amica Marianne Faithfull, fidanzata storica di Jagger. Entrambe alte, occhi chiari e bionde con la frangetta: erano l’emblema della bellezza, una bellezza senza tempo (lo stile è quello che si è visto anche all’ultimo Coachella Festival) che sprigionava grande ispirazione artistica. E tra le altre muse del rock, ci sono Edie Sedgwick, l’amica di Bob Dylan e di Andy Warhol, e Justine Frischmann, ispiratrice di Brett Anderson e Damon Albarn. Impossibile dimenticare Niko (1938-1988): la modella ebbe una breve relazione con Brian Jones (prima della Pallenberg), conobbe Bob Dylan e fece un figlio con Alain Delon. E sempre nell'ambito dei Rolling Stone, c'è la modella francese Francoise Hardy, definita da Jagger «la sua donna ideale», con cui ebbe un breve flirt.