Giovedì 26 Settembre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

"1993", l'anno del terrore

L'Italia nella bufera per Tangentopoli: inchieste drammatiche e terremoti politici. Il sequel della serie ideata da Accorsi

Stefano Accorsi  (Ansa)

Stefano Accorsi (Ansa)

Roma, 12 maggio 2017 - S’INTITOLA, senza eccessiva fantasia, “1993”, il seguito di “1992”, la serie Sky ideata da Stefano Accorsi che ha raccontato Tangentopoli. Con 1993 si passa alla fase successiva, e cioè all’esplosione della Lega e alla fondazione di Forza Italia. Nei primi due episodi presentati ai giornalisti si è visto come gli sceneggiatori abbiano ricalcato con certosino scrupolo gli avvenimenti dei tempi, a cominciare dalla famosa scena delle monetine tirate a Craxi, riprodotta nei minimi particolari (tanto valeva prendere quella originale).    LA FANTASIA degli scrittori si è limitata – almeno per questo avvio – a dettagliare i personaggi veri o di fantasia con tratti assunti dalle convenzioni più trite: i leghisti rozzi e machisti corrotti dai vizi e dalle mollezze della capitale non sognano altro che di tornare nell’amato Nord; i giornalisti di sinistra imbestialiti con Berlusconi; i dirigenti del Pds arroganti e presuntuosi. Naturalmente c’è anche Berlusconi, disegnato nei suoi tratti più popolari e simpatici: gran battutista, eccellente raccontatore di barzellette. E poi naturalmente c’è lui, Stefano Accorsi, nell’improbabile veste di Leonardo Notte, qui consigliere occulto di Berlusconi. Il patron di Fininvest si fa suggestionare, e addirittura convincere a fondare Forza Italia da questo giovanotto senza arte né parte che lo segue ovunque e quasi lo telecomanda. Misteri della fiction. Nella quale, peraltro, si adombra l’ipotesi che Finivest e Pds potessero stringere un accordo: una Retequattro meno ostile alla sinistra in cambio della promessa di non toccare le tv berlusconiane. Ma anche qui interviene il mefistofelico Notte che a tutti i costi vuole spingere Berlusconi a creare il suo partito.   LA FICTION lavora nella trincea fangosa tra fiction e realtà: ci sono i personaggi autentici (Formentini, Berlusconi, Di Pietro, poi arriverà Bossi, poi D’Alema) a cui vengono attribuiti però anche atti di fantasia, e personaggi inventati che interagiscono coi veri. Forse è passato troppo poco tempo per avere un distacco che trasformi la cronaca in storia.  Antonio Gerardi, che interpreta Di Pietro, ha raccontato il suo personaggio: «È nel 1993 che Di Pietro prende coscienza della propria popolarità, lo capisce quando entra a Palazzo di giustizia, quando per strada la gente lo ferma. Ho parlato con chi lavorava in Procura a quei tempi, e mi hanno detto che quando andavano ad arrestare qualcuno, quello cominciava a confessare già al citofono. Per questo abbiamo battezzato il 1993 come ‘l’anno del terrore’. Avrei preferito interpretare un personaggio di fantasia, sarei stato più libero. Qui invece mi sono trovato blindato. Ho incontrato l’ex magistrato una volta, e sapete cosa mi ha detto? ‘Io ero più bello’».   STEFANO Accorsi, che ha voluto fortemente la serie, ha spiegato la sua visione dell’epoca: «Molti pensano che Berlusconi abbia rovinato l’Italia, in realtà ha dato voce a un’Italia che esisteva, e anche a gente di sinistra che però non trovava corrispondenze con la sinistra ufficiale. Come esempio cito sempre ‘Drive in’, una trasmissione fatta da gente di sinistra che però a Fininvest ha trovato qualcosa di più interessante rispetto al riformismo tradizionale». In onda da martedì prossimo alle 21,15 su Sky Cinema Uno Hd, due episodi a sera per un totale di otto.