Domenica 17 Novembre 2024

Libia, le Guardie petrolifere accusano: "Haftar punta a controllare tutti i giacimenti"

Le milizie responsabili della sicurezza della "mezzaluna petrolifera" libica, a lungo neutrali nella disputa tra Tripoli e Tobruk, avvertono del rischio di "una guerra civile" e accusano il generale libico.

Il generale Khalifa Hiftar (Ansa)

Il generale Khalifa Hiftar (Ansa)

Tripoli, 8 maggio 2016 - Khalifa Haftar punta ai campi petroliferi del paese. Le Guardie petrolifere guidate da Ibrahim Jadran accusano il generale dell'esercito libico di aver orchestrato un piano per controllare i terminal e i campi di estrazione in Libia.

Il gruppo, a lungo neutrale nella contesa del potere fra Tripoli e Tobruk e di recente disposto a collaborare col governo sostenuto dall'Onu, in una dichiarazione firmata anche dai consigli municipali di Agedabia, Brega e Sidra, afferma che Haftar avrebbe schierato le ex brigate del defunto colonnello Muhammar Gheddafi e gruppi di ribelli ciadiani e sudanesi per controllare i giacimenti e i porti petroliferi, dietro al pretesto di voler liberare la città di Sirte dai jihadisti Stato islamico. 

"Haftar sta creando tensione nella mezzaluna petrolifera per ostacolare l'accordo politico libico e il governo di riconciliazione nazionale", si legge nel comunicato. Le Guardie petrolifere temono che il "complotto" del generale possa portare a "una guerra civile" nella mezzaluna petrolifera. Le milizie di Jadran quindi non si ritengono più responsabili di eventuali danni che potrebbero verificarsi ai campi petroliferi in seguito "all'invasione" delle forze fedeli al governo non riconosciuto di Bengasi. 

Le Guardie petrolifere infine esortano la Corte penale internazionale a dichiarare Haftar colpevole di crimini di guerra.

Da parte sua il generale libico continua continua ad alzare la posta con il governo di unità nazionale del premier Fayez al Serraj. Forte del sostegno di Egitto, Emirati Arabi Uniti e Francia, Haftar ieri ha annunciato la sua disponibilità a collaborare con il Consiglio presidenziale libico di Tripoli, ma solo dopo l'ok della Camera dei rappresentanti di Tobruk.

Il braccio di ferro tra Haftar e Serraj anche in aula a Tobruk dove i deputati controllati dal generale hanno finora bloccato ogni tentativo di votare la fiducia al premier.

Haftar  pretende maggiori garanzie sul suo ruolo nella futura Libia di "riconciliazione nazionale", e in particolare vuole l'abrogazione o la modifica dell'articolo 8 dell'accordo che conferisce il comando delle forze armate a Serraj, togliendolo a lui.