Roma, 24 ottobre 2015 - Scrivi clausole di salvaguardia, leggi incubo. Solo rimandato, a quanto pare. Perché se è vero che la legge di stabilità ha 'sterilizzato' nel 2016 16,8 miliardi di clausole tra Iva e accise, l''eredità' che lascia per gli anni successivi è davvero pesante. Per il 2017 si rischiano 15,1 miliardi di aumenti. Rincari che derivano da un incremento Iva di 3 punti percentuali per l'aliquota al 10% e di 2 punti per quella al 22%. Dal 2018 la tassazione sui consumi salirà ancora di un punto percentuale, arrivando al 25%. Vengono invece dimezzati gli aumenti delle accise sui carburanti per il 2018, che calano da 770 milioni a 350 milioni. Nel 2018 e nel 2019 previsti nuovi rincari pari a 19,5 miliardi. Lo si legge nella Relazione tecnica alla manovra, ancora in forma di bozza. Chiaro che essendo clausole di salvaguardia, il governo farà di tutto per evitarle raggiungendo gli obiettivi prefissati. Quali potrebbero essere, ad esempio, quelli relativi alla spending review.
TAGLI - Sempre nella relazione tecnica, sono quantificati i risparmi della scure sul turnover nella pubblica amministrazione, ridotto al 25%. A regime, dal 2019, ammonteranno a 413 milioni di euro. L'anno prossimo il risparmio sarà di 44 milioni e aumenterà nel tempo (156,7 mln nel 2017, 319 milioni nel 2018 e 413 milioni nel 2019). Per quanto riguarda "Il contributo proposto dai Ministeri alla manovra di finanza pubblica", in pratica i tagli imposti dalla legge di stabilità, la cifra che sarà a 3,1 miliardi di euro. Si prevedono ulteriori tagli lineari di 2,5 miliardi nel 2017 e 1,7 miliardi nel 2018. "Il taglio della spesa complessivo è cresciuto negli ultimi dati, siamo arrivati a oltre 7 miliardi", dice il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Intanto, il Fondo per la riduzione della pressione fiscale viene sforbiciato di 809,6 milioni per il 2016, di 413,4 milioni nel 2017, 410,9 milioni nel 2018 e di 387,9 milioni a decorrere dal 2019. Confermato il pagamento del Canone Rai in un'unica rata nella bolletta energetica "successiva alla data di scadenza per il pagamento del canone".