Sabato 30 Novembre 2024
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Esteri

Libia, uccisi 2 italiani dei 4 rapiti. "Gli altri sono ancora vivi"

Fausto Piano e Salvatore Failla, tecnici della Bonatti di Parma, secondo alcune fonti libiche sarebbero stati usati come "scudi umani dall'Isis". Ma il Copasir: "Nessuna conferma". Erano stati rapiti lo scorso 20 luglio con altri due connazionali

Salvatore Failla e Fausto Piano: i due italiani che sarebbero stati uccisi in Libia (Ansa)

Salvatore Failla e Fausto Piano: i due italiani che sarebbero stati uccisi in Libia (Ansa)

Roma, 3 marzo 2016 - Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro dipendenti della ditta 'Bonattirapiti lo scorso luglio in Libia, sono stati uccisi nel corso di una sparatoria a Sabrata. A darne la notizia è la Farnesina attraverso una nota. I due sarebbero stati freddati durante un trasferimento. Il convoglio sul quale si trovavano, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, è stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Le salme sono state poi recuperate poi dai miliziani. Se sulla loro morte sembrano putroppo esserci pochi dubbi, restano diversi lati oscuri attorno al rapimento dei nostri 4 connazionali. 

VIVI GLI ALTRI DUE ITALIANI - I colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sarebbero invece ancora vivi. Lo ha detto il sottosegretario con delega all'Intelligence Marco Minniti, ascoltato dal Copasir. "Ora la priorità è salvare loro - ha aggiunto il presidente del Copasir Giacomo Stucchi -, quindi serve osservare un rigoroso silenzio su situazioni che sono delicate". I morti, ha spiegato "sono stati riconosciuti utilizzando tecniche fotografiche, ci auguriamo che i corpi rientrino in Italia e pensiamo che ciò accada presto".  Stucchi ha aggiunto come "sia da dimostrare che i sequestratori dei nostri connazionali in Libia appartengano all'Isis". 

Pollicardo e Calcagno potrebbero essere a Sabrata. Lo avrebbe riferito la moglie di un jihadista catturata nello scontro a fuoco, secondo quanto riporta il presidente del Consiglio militare di Sabrata, Taher El-Gharably. 

SCHEDA  - I lati oscuri del rapimento 

LA NOTA DELLA FARNESINA - "Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni 'Bonatti', rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla". Così la Farnesina informava questa mattina del probabile tragico epilogo per i due rapiti. "Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi", si leggeva nella nota. Nel corso delle ore, questa probabilità sembra essersi trasformata in certezza. 

Chi sono i quattro italiani rapiti a luglio

USATI COME SCUDI UMANI -  Nei combattimenti di ieri tra i miliziani Isis e le forze di sicurezza libiche sono morti almeno 8 jihadisti, per la maggior parte di nazionalità tunisina. Morti anche una donna e un bambino. Ma nel video della sparatoria si vedrebbero anche degli occidentali. Infatti, secondo quanto riporta all'Ansa un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due ostaggi "sono stati usati come scudi umani dai jihadisti dell'Isis e sarebbero morti negli scontri cone le milizie a sud della città, nei pressi di Surman".

007: "A LUNGO IN MANO A MILIZIE NON ISIS" - Secondo fonti di intelligence, i quattro operai rapiti fino a pochi giorni fa non si trovavano in mano ai militanti dell'Isis. Prelevati sette mesi fa da un gruppo armato nei pressi del compound di Mellitah, non è escluso che siano passati di mano nel caos di milizie che imperversa in territorio libico. L'intelligence si è messa subito al lavoro muovendo le sue 'antenne' in Libia per arrivare a stabilire un punto di contatto con i sequestratori. Ma nel corso di lunghi mesi di trattative e ricerca del canale giusto si sono seguite a volte false piste e buchi nell'acqua che non hanno portato alla soluzione del difficile caso. E ci sarebbe stato anche un avvicendamento degli uomini dell'Aise che si occupavano del sequestro. Nei mesi scorsi è circolata, senza conferme, la voce che i rapitori avessero contattato le famiglie degli ostaggi chiedendo alcune condizioni per la loro liberazione. Un funzionario locale di Tripoli ha detto alla Bbc che per la loro liberazione era stato chiesto un riscatto di 12 milioni di euro

NESSUN COMMENTO DALLA 'BONATTI' - Ancora nessun commento da parte dei vertici dell'impresa Bonatti, l'azienda per cui i quattro lavoravano. "Non siamo autorizzati a rilasciare alcun commento", è la risposta alle richieste di informazioni. I quattro dipendenti  erano stati rapiti nei pressi dell'impianto Eni a Mellitah, ad ovest della capitale, quasi al confine con la Tunisia, cogestito con la libica Noc. 

SCHEDA - Bonatti, l'azienda con 6mila tecnici in giro per il mondo

SALVINI - "Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia", il duro attacco di Matteo Salvini al premier. Il leader della Lega prende di mira anche il Presidente della Repubblica: "Mattarella si vanta sull' avanguardia dell'Italia: o sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella".