Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Stanata in rete Rim, la hacker italiana dell'Isis. Egitto, "sgozzati 21 cristiani copti"

Votata la risoluzione che afferma che i pagamenti a individui o gruppi sono una violazione degli obblighi legali internazionali

Una maschera di Anonymous (Olycom)

Una maschera di Anonymous (Olycom)

Roma, 12 febbraio 2015 - E' una hacker donna, probabilmente italiana, che si fa chiamare Rim. E fa propaganda in rete per conto dello Stato islamico. La donna è finita nel mirino del gruppo di Anonymous, che in rete dà la caccia ai fiancheggiatori dell'Isis. Askanews ha fatto una ricerca su Twitter ed ha verificato che la donna - si desume sia italiana dal fatto che non sa scrivere in lingua araba - viene riconosciuta come "soldato dell'esercito informatico" del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi "esperta nel campo della sicurezza" in rete. L'account di Rim è stato cancellato.

"SGOZZATI 21 CRISTIANI COPTI" - Sarebbero stati "sgozzati" i 21 cristiani copti rapiti a capodanno in Libia: lo affermano alcuni media egiziani citando messaggi Twitter riconducibili all'Isis. Il Cairo non conferma, "stiamo verificando". La rivista Isis, Dabiq, ha pubblicato la foto di 5 ostaggi in ginocchio su una spiaggia e i boia con i coltelli sfoderati alle loro spalle.

LO STOP AI FINANZIAMENTI A GRUPPI JIHADISTI - Intanto il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha adottato all'unanimità una risoluzione volta a bloccare il finanziamento dei gruppi jihadisti come lo Stato islamico, attivi in Siria e in Iraq. Gruppi che riescono a mettere le mani su milioni di dollari grazie al contrabbando del petrolio, al traffico di reperti antichi e ai riscatti dei rapimenti. La risoluzione 2200, proposta dalla Russia, è stata discussa tra i cinque membri permanenti trovando generale consenso e fatta circolare quindi alla fine della scorsa settimana dai diplomatici russi tra il resto del Consiglio. Sul tema dei riscatti non vengono introdotti nuovi obblighi agli Stati membri ma si riafferma che i pagamenti a individui o gruppi sono una violazione degli obblighi legali internazionali. La risoluzione invita i Paesi Onu ad adottare o seguire tutte le linee guida e le «best practice» rilevanti per prevenire e rispondere ai sequestri da parte dei terroristi senza dover pagare.